Il veterano
John Hiatt cresciuto e innamorato dell’American Music nel corso di un’avventura trentennale è riuscito sempre a comunicare i sentimenti e le sensazioni del popolo americano in un modo molto personale tra rock, blues, country, jazz, insomma un po’ di tutto sin dal suo arrivo in quel di Nashville alla tenera età di 18 anni. Songwriter sopraffino non sempre all’altezza di quello splendore di Bring the Family, intorno alla sua voce molto groove ha costruito una discografia densa di successi e gli ultimi Crossing Muddy Waters, Tiki Bar is Open fino all’ultimissimo Master of Disaster, di tre anni fa, hanno attraversato le frontiere del suono e le esperienze delle culture al di là del Mississippi river…
Same Old Man prodotto dallo stesso Hiatt è una raccolta di ballate elettro-acustiche a tratti introspettive che si lasciano prendere per mano dalla sua voce profonda e
Old Days apre in modo convincente le danze con un folk-blues adorabile e divertente, alla vecchia maniera con Kenneth Blevins (batteria), Patrick O’Hearn (basso), Luther Dickinson (chitarra e mandolino) a comporre una squadra in gran spolvero che vede apparire sin dalla successiva
Love You Again la giovane Lylly Hiatt ad accompagnare al coro il papà John, in una deliziosa ballata, ma la ragazza avrà modo di bissare l’accoppiata nella sixty
What Love can Do.
On With You, un blues nel ricordo di Dylan, solida come il suono della batteria, e mentre Hiatt ci ripete in continuazione “
I just want to go on with you” il sapore della chitarra acustica non ti molla dall’inizio alla fine allo stesso modo della voce di John che dona un fascino particolare a
Hurt My Baby altra ballata carezzevole e struggente dove Hiatt canta dell’agonizzare di un mondo malato regalandoci anche una bella performance vocale.
Riecco la figlia al suo fianco e la famiglia si riunisce in
What Love Can Do, altra delicata e aggraziata canzone mentre Dickinson suona da dio e regge da solo la morbida
Ride my Pony, storia di un uomo che voleva cavalcare il suo pony…
Cherry Red sin dal suo attacco fiero gioca il suo fascino intorno al ricordo della storia di una Corvette e a quelle sensazioni che tornano in mente alla vista di un semplice rossetto e al suo colore, piccoli particolari spalmati nell'arco di una canzone che non è sempre all'altezza come invece descrive la malinconica
Our Time.
Una sola parola, splendida. Hiatt dimostra ancora una volta di essere un gran songwriter e il mandolino che lo accompagna nelle retrovie ci regala una ballata che solo lui può rendere così dannatamente bella.
Same Old Man è un gran bel disco,
John Hiatt punge ancora e basterebbero solo le tre ultime canzoni a renderlo speciale: parlo di
Two Hearts e
Same Old Man, che hanno la stessa forza e intensità dell’amore che raccontano per chiudere con la meravigliosa
Let’s Give This Love a Try, storia di un uomo e di una donna che dovrebbero convincersi che alla realtà dei sentimenti non c’è fuga.