La
Boyce Edwards Band prima di tutto è una famiglia, di quelle molto unite e molto fortunate aggiungerei, perché son cresciuti con la chitarra del padre nelle orecchie sin da piccoli. Al contrario delle cosiddette famiglie “normali” che incrociamo quasi tutti i giorni, i fratelli Edwards non hanno avuto scampo perché anche il nonno era un gran musicista, quindi capirete che senza via di fughe era impossibile che crescessero col pallino delle mamme nostrane, cioè di avere l’avvocato o un dottore in casa, carriere che ahimè sono vitali per il mondo femminile.
La
Boyce Edwards Band nasce nel 2003 nelle chiese del circondario di Athens, Tx, ma musicalmente tra Galvenston e New Braunfels con Jason Boland, Pat Haney e Chris Knight nelle orecchie. A comandare il gruppo di famiglia il leader singer-songwriter Boyce, poi il fratello Dustin che suona la batteria e infine il più piccolo Toby che suona il basso, a completare il tutto la chitarra di Hiram Moon (che però sembra sulla strada del non ritorno, in quanto la band è sul mercato e attende di scovarne un altro). Comunque vada la ricerca, per adesso ci si gode i risultato finale di
Gone, un mix solido e ben riuscito tra Red dirt e ballate rock con tante calde chitarre (acustiche ed elettriche) per un album di debutto che si presenta assai bene sin dalla produzione, lasciata all’oramai mitico
Mike McClure.
Blame scuote immediatamente, Boyce ha una bella voce e l’approccio iniziale della band delinea un disco fatto di storie di crescita lungo le strade solitarie della provincia texana, si passa molto tempo all’interno di una macchina e non solo per guidare, e come spesso accade per molti ragazzi segna un primo incontro con la realtà che li circonda, tra vita quotidiana, speranze e l’amore.
Quindi un album che si ascolta tutto d’un fiato e come sempre accade dalle loro parti, la melodia non si trascura mai e
Roadside Signs, le frizzanti
Mary,
Ballad Of The Homeless e
Driving Through The Night fino alla malinconia di
Lullaby e specialmente in quella perla che è
Gone, con nel mezzo le spruzzate country di
Every Now And Then, sono tutte ballate rock deliziose che si dividono la scena con brani più irruenti e brillanti, da
Crawl Out a
That's Just Me, a
Late Night e
Seeing Me Around che sul finire ti scuotono per l’ultima volta prima della pace nella conclusiva e acustica
Nails, dove compare Mike McClure a impreziosire una splendida canzone dal sapore texano.
Un disco di sana Red Dirt Music per la
Boyce Edwards Band.