Lo storyteller singer-songwriter
James McMurtry continua per la sua strada, se ne frega altamente di sembrare a volte anche ripetitivo, ma lui alle critiche che ogni tanto spuntano fuori sul suo modo di raccontare le ombre dell’America, del suo modo di vedere la politica e delle sue idee che vanno sempre dalla parte opposta a quelle che seguono l’amministrazione di Bush, risponde come al solito con ballate evocative e rock senza peli sulla lingua, folk cupi e chitarristici che esplorano il modo di vivere e di essere del suo paese in una maniera sempre credibile (naturalmente il tutto per una auto-produzione, visto che nessuno si sognerebbe di farlo, e dove si nota oltre alla usuale sezione ritmica formata da Daren Hess e Ronnie Johnson, alcune collaborazioni, da Ian McLagen all’hammond e al piano all’eccellente tromba di Ephraim Owens).
La sua indignazione alla politica attuale è palpabile nelle tracce di
Just us Kids, il suo nuovo album, prendete il lento incedere luccicante di
Cheney’s Toy una bruciante condanna che cade come una mannaia sull’avventura e la guerra in Irak.
La canzone scandaglia le emozioni e lo stress su cui gioca quella figura atipica e ammaestrata, come una marionetta, del vice presidente del “bovaro texano” (che del Texas ha per fortuna solo la casa). Parole dure che anche in
Freeway View e nella limpida
Fire Line Road (strade tossiche… “
She couldn't even feel bad, without the stuff”), trovano spazio, tra disastri politici collezionati nel corso degli ultimi anni e racconti di vita vissuta. Ma francamente a dire che è un disco politico ce ne passa, al massimo se contano 4-5 di canzoni su 13, c’è ben altro in
Just us Kids, canzoni oneste e vere come l’incantevole
Ruby and Carlos o
Hurrican Party, brani di pura bellezza scritti per essere cantati, al piano che accompagna
Just us Kids per un momumento alla disperazione ed ai sogni di provincia, davvero splendido.
Bayou Tortous, la suntuosa
God Bless America (Pat mAcdonald Must Die) dove McMurtry punta il dito contro le compagnie petrolifere e
The Governor sono cupe, ruvide e arrabbiate lontane da
Childest Thing ma attraversano spavalde
Just us Kids lasciando una scia di attrattiva che non ti consente di restarne indifferente. A chiudere il sipario di
Just us Kids ci pensano
Ruins of the realm e soprattutto la notevole
You'd a' Thought (Leonard Cohen Must Die). Gran disco.