JOHN D. HALE BAND (Lost)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  12/05/2008
    

One of a Kind è stato il loro disco d’esordio, un onesto tributo al country made in Texas (ma loro nascono nel Missouri) che ha avuto un discreto successo radiofonico soprattutto per le virate più energiche, quelle più rock e ruspanti che si andavano ad affiancare a suoni più morbidi, un alternative country-roots sempre godibile. Tutto ciò per dire che le qualità compositive e il carisma del leader singer-songwriter John D. Hale e della sua band erano evidenti, ma se anche acerbo quel cd ha comunque incanalato il suono di questo nuovo lavoro nella giusta direzione.
L’energia che si intravvedeva nel capitolo precedente prende piede all’interno di Lost in modo deciso e anche se continua a seguire una produzione diciamo provinciale, tipica di quei centri dove tutti conoscono tutti, il risultato entusiasmerà i fan di quel country roccioso e chitarristico perché in Lost ci sono parecchie belle canzoni. La loro storia inizia nel 1989 quando tra John, suo fratello Jimmy e Smooth Roose (mandolino, banjo e lead guitar) compare una cassetta di Robert Earl Keen, No Kinda Dancer per l’esattezza, che fa breccia nel cuore dei ragazzi e soprattutto il modo di scrivere e suonare di quel disco colpisce in particolare John, assai differente dal sound delle stelle country che impazzano alle radio.
Un sound che porteranno con loro nel disco d’esordio, in cui prende piede il loro modo di intendere la texas music, quella onesta, quella viva e rurale. A quel trio si è aggiunto il cugino di John al basso, Cody Phillips, alla batteria Jay Cagle (senza dimenticare la collaborazione di Chris Brotherton che si divide tra chitarra e batteria). Lost si apre con la fiammante Heartbreaker e subito si capisce dove ci porta la voce calda di John, un rock pieno di chitarre e con un refrain che non puoi far altro che canticchiare immediatamente. I ragazzi partono col piede giusto e la magia dell’armonica che apre e imperversa in Someday He Might è di quelle deliziose specialmente perché vanno a costruire un quadretto roots sano e limpido. Proseguono su questa strada senza mollare la presa come testimonia la scoppiettante title-track o la tosta e maschia Pistol In Each Hand, ma non mancano di certo omaggi alla propria terra tra energiche rock-ballad sempre di ottima qualità, Only Time Will Tell, e country-roots come What Love Is All About dove a muoversi con disinvoltura e il suono aggraziato di un violino, o la sublime LA County, dove le qualità delle band si fanno strada tra i giochi di mandolini e chitarre elettriche con una impennata finale di pura bellezza.
Un brano splendido. La parte finale non ha cedimenti con un paio di country-roots festaioli ed elettrici, Stake Our Claim Again e Love Pulled The Trigger, alla ballatona acustica Sweet Suzanne per chiudere con la roccata Put Me In The Ground (che alla fine nasconde un’altra piacevole sorpresa). Con un Live at the Snorty Horse Saloon in cantiere la John D Hale Band entra di diritto tra le migliori country-roots-rock band della scena texana.