OLD BULL GAINES (From Broken Hearts To Broken Bottles) EP
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  12/05/2008
    

Di solito non prendo molto in considerazione gli Ep, per solo 4-5 canzoni non si pretenderà certo che qualcuno scriva una recensione? Ma poi capita tra le mani un dischetto come questo From Broken Hearts to Broken Bottle degli Old Bull Gaines, dal simpatico titolo che è tutto un programma, come la copertina con la caricatura di una giovane cowgirl, e tutto ciò non fa altro che richiamare figure e terre che si amano particolarmente e che ruotano spesso nella testa. Poi lasci che le note di Bar Fly entrino in circolo e capisci che il dischetto è di quelli doc, pura miscela esplosiva, di quelle che ti schioda con forza dalla sedia, un fendente diretto alle corde emozionali.
Arrivano da Greenville, Texas, questi scatenati ed indiavolati ragazzi capeggiati dal talento del chitarrista singer/songwriter Jonathan Jeter, che sembrerebbe strano a dirsi ascoltando i suoi brani, ma ha iniziato la sua carriera per diversi anni semplicemente strimpellando una chitarra, in atmosfere acustiche e solitarie divendendo il palco con artisti come Jack Ingram, The Bois d’Arcs e i Micky and the Motocars. Alla soglia del 5° anno il suono è cambiato radicalmente.
Saranno stati quegli spazi condivisi con altri artisti e la loro musica, il bisogno di trovare una propria identità se gli Old Bull Gaines una volta diventati un trio si sono indirizzati verso quel genere che tanto impazza dalla loro parti, Texas country mischiato a Southern rock. A Jonathan Jeter che aggiunge una scintillante armonica, si affianca una sessione ritmica potente affidata a Mike Rowland e non per ultimo il basso di Brando Callies. Allora alzate il volume dello stereo e lasciatevi coinvolgere da queste cinque canzoni, di quelle che incendiano le strade scialbe e inespressive che ci circondano con del sano rock chitarristico, e ritorniamo a Bar Fly, un brano splendido per quanto estremamente semplice, specialmente quando entra in scena di prepotenza la chitarra di Jeter in un solo che sembra non vorresti che finisse mai.
Per continuare con California, un rock di stampo classico per niente affatto scontato che cresce col passare dei minuti relegando le impennate alla sempre rumorosa chitarra di Jeter, al contrario di Lay your Money Down dove si picchia dall’inizio alla fine, tesa ed inquieta come i ricordi southern che si porta nelle retrovie. Poi entra l’anima della loro terra e Remember This è solcata da un’armonica orgogliosa e ribelle come la voce roca e corposa di Jeter per un roots-rock pregevole, per concludere con la stessa armonica che splende nella ruvida e spensierata Run Away. Chitarre e sudore, gli Old Bull Gaines hanno tutto per poter sbalordire. 4 stelle meritate.