Il 2006 è stato per questa giovane band texana, un anno pieno zeppo di novità: un contratto discografico con la Rock Ridge Music, un tour con il meglio dei capostipiti della texas/red dirt music (i vari Randy Rogers, Jack Ingram, Cory Morrow e Cross Canadian Ragweed e così via), fino al mese di giugno quando un paio di canzoni hanno preceduto l’uscita del loro primo interessante album
Forget What’s Wrong, un album più che valido, tocchi di roots e classico rock texano con sprazzi country che rispecchiavano lo stile delle texas roadhouse della loro terra.
Alla fine dell’anno chi si aspettava una pausa di riflessione per organizzare le basi del nuovo disco è stato decisamente anticipato dal leader Travis Mitchell che in pieno inverno, ha portato con se tutta la marmaglia sulle rive del Mississippi a registrare questo secondo disco, dal titolo
Waiting on Tomorrow. Insomma, sotto a lavorare duramente con la foga dell’eccitazione per l’esito del disco precedente e spalleggiati dal grammy-nominated Chris Henderson (che ha partecipato anche nella stesura di 2 brani,
She’s That Kind Of Girl e
Ever Again), alla fine di Settembre di quest’anno è uscito questo nuovo album
Waiting on Tomorrow.
A sentir parlare Mitchell è un mix tra Nashville e il Texas, tralaltro completato in soli 22 giorni: “
I feel like this is the first time I’ve found my voice and my sound”. Le sue parole sono chiare, ma la fretta, come in questo caso, porta con sé qualche rischio:
Waiting on Tomorrow è abbastanza versatile e il mix a cui si accennava in precedenza svaria tra ballate honky tonk e rock con il country sempre dietro l’angolo. Mitchell ha una bella voce e l’album inizia con un trittico alla texana
Shes That Kind Of Girl,
I Dont Mind e
This Town Aint Me, semplici, spensierate e piacevoli.
Sulle ballate calca un po’ troppo la mano, e la Nashville zuccherosa compare in
Ever Again, anche gli honky tonk , ad esempio
Broken Hearts And Beer, sembrano nella norma senza picchi di rilievo, per fortuna brani come
Only You And Me e
Long Lonely Ride riportano in carreggiata la band, le chitarre viaggiano per roots country leggeri e accattivanti, anche se le cartucce migliori la band se le gioca verso la fine con brani come la trascinante
River Road Rendezvous e la scoppiettante
Ride My Own Way, splendida incursione in territorio rock-southern. Canzoni che testimoniano la qualità della
Travis Mitchell Band, quindi basta che Travis & soci la prossima volta riflettano un po’ di più sul da farsi.