MATTHEW RYAN (Vs Silver State)
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  Recensione del  09/05/2008
    

Gli ultimo anni non sono stati molto positivi per il 36enne Matthew Ryan, specialmente dopo il disastro susseguente alla collaborazione nel 2006 con Neilson Hubbard e i suoi Strays Don’t Sleep, dove la reputazione di Ryan ne è uscita piuttosto malconcia e non sono bastate alcune struggenti ballate inserite nel discontinuo From a Late Night High Rise dello scorso anno a fargli risalire la china. L’heartland rock degli esordi è un lontano ricordo, ma quest’ultimo Vs Silver State segna in qualche modo un parziale riscatto per Matthew Ryan, le 12 canzoni rivelano un ritorno a sonorità più elettriche ed offrono una collezione di storie tra ombre, viaggi di strada e periferia americana, interessanti. Prodotto da Doug Lancio, nelle file della band trova spazio Brian Bequette alla slide guitar, la voce deliziosa di Thad Cockrell ai cori (in Dulce Et Decorum Est, It Could’ve Been Worse e in Closing In) e il violino di Molly Thomas e Eamon McLoughlin.
Il suo talento c’è ancora, le canzoni sanno ancora trovare sprazzi emozionali intensi per una musica personale che solo lui è in grado di regalare all’ascoltatore (la conclusiva Closing In ne è un esempio). Canzoni registrate live e senza tanti fronzoli come invece ultimamente ci aveva abituati, basta ascoltare il violino spensierato di Dulce Et Decorum Est che apre il disco, una brano che mostra il lato malinconico che da sempre contraddistingue la sua voce e che in coda punge come i bei tempi passati. American Dirt ha due facce, quella pop reduce da un sottile viaggio negli anni ’80 ed una più gagliarda e muscolare ma come Meet Me By The River scorre senza alti e bassi, di tutt’altra pasta It Could Have Been Worse che se evoca storie crude di giorni passati con estrema chiarezza: “She’s the first girl you kissed / She’s the first girl you miss” dall’altra unisce un arrangiamento autunnale e irresistibile.
Sensazioni che regalano anche il pop/rock di Killing The Ghost, semplice e armonioso e Hummingbird, intima e struggente. Certo i pensieri e le parole delle sue canzoni, possono far pensare alla voglia di lasciarsi andare e si fanno strada pensieri cupi come nel rock di Drunk And Disappointed in quella che è una storia di cuori. Ma c’è anche dell’ottimismo che traspare dalla sua musica, alla fierezza davanti al fatto compiuto della splendida They were Wrong tutto è concesso, e il passo leggero della voce di Ryan che dipinge questa ballata va a braccetto con il rock arioso di Hold On Firefly, entrambe senza ombra di dubbio, tra i punti più alti di Vs Silver State.