CADDLE (Raise 'em High)
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  Recensione del  22/11/2006
    

Dopo numerosi cambi in corsa, ben 6 bassisti, 2 o 3 batteristi e parecchi chitarristi i Caddle sono riusciti a trovare una line-up stabile e questo loro esordio, Raise ‘em High, non può che dare ragione alla cervellotica ricerca del leader Phillip Hyde di quell’essenza del country, molto alternative, combinata al southern rock. Una bella scommessa da Birmingham, Alabama, con classiche hard-driving rock’n roll songs, chitarristiche e rumorose.
Una band giovane che a tratti ricorda le digressioni molto chiassose del Bobby Bare jr. di Boo-Tay, ma i 5 ragazzi si sono fatti le ossa molto rapidamente e fin dal 2005 hanno diviso il palco con il meglio della scena texana lasciando dietro di loro solo commenti positivi ( “…the best band I have seen in two years of being on the road.”) Bisogna credere a queste parole perchè i Caddle hanno una gran energia e fin dal primo brano di Raise ‘em High metteno le cose in chiaro: si inizia con il trascinante southern/blues di Mississippi Doublewide, un urlo alla vita con un’armonica indiavolata e sfuriate chitarristiche che ti danno immediatamente l’impressione di aver trovato pane per i tuoi denti.
Un suono ben amalgamato tra i riff indiavolati delle chitarre di Drew Akin e Eric Watters, il suono cupo della batteria di Finney James, il basso di Chris Pottratz e la voce impastata di whiskey di Phillip Hyde: bel biglietto da visita dai Caddle, non c’è che dire. Work è un’altra canzone rock/southern con una leggera brezza country a renderla altamente godibile, la stessa che spira anche nella title-track, in questo caso più rurale, un country-rock bello ruspante che racconta una piacevole e scanzonata alcolica chiacchierata a suon di birre.
Con Give Me A Dollar si ritorna a solcare lo spirito southern, quello di malinconiche chitarre anni '70 che spezzano all’improvviso la quiete di una deliziosa rock ballad, e su questa scia si prosegue con Had to die dove si assapora un po’ più di country per aggraziati mandolini in lontananza sempre tallonati dalle chitarre e da una melodia perfetta per quella che è una storia di vita e di soldi.
Difficile trovare pause in Raise ‘em High, Meet at the Bar, altra chitarristica rock ballad dall’andamento morbido ma che lascia il segno, Better Bad country e rock che si sposano degnamente fino alle conclusive Stay with Me e Afternoon Lies, il lato romantico e il lato spensierato dei Caddle, che amano definirsi dei perfetti “bastard sons of southern rock”.