PAUL THORN (A Long Way from Tupelo)
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  Recensione del  13/04/2008
    

Figlio di un predicatore del Mississippi con un passato da boxer professionista (chi può vantarsi di aver combattuto 7 round con Roberto Duran?) e uno da operaio, è sempre stato un tipo particolare fin dalla giovane età e quindi ovviamente anche il suo approccio alla musica ha subito la stessa sorte. Il blues e il soul comunque l’hanno indirizzato sulla retta via e col tempo l’ha mescolato con l’animo roots, il rock, e il resto lo hanno fatto le sue storie, a volte davvero strampalate.
Questo è il suo quinto album, A long way from Tupelo, ed è una mezza sorpresa se si pensa all’ultimo interlocutorio e incerto Are you with me? Lucky 7 Ranch che apre il disco presenta un Paul Thorn in palla con una vena creativa e una linfa musicale decisamente intrigante, il piano di fondo che accompagna questa bella rock ballad è obiettivamente molto aggraziata, entrano in gioco i sentimenti, gli affetti, ma anche gli addii che contraddistinguono la successiva Everybody Wishes, un po’ nella norma, molto meglio la leggiadria e la coralità che traspare da A Woman To Love che Thorn abbraccia con la sua voce calda e carismatica.
Ma chi si risente!! nella blues/gosple I’m still Here (praise the Lord!), parlo del redivivo Huey Lewis che ben si dilunga all’armonica in preziosismi che non passano inosservati, per una canzone ottimistica e da come la cantano Paul e le girls, sembra proprio aver imboccato la strada giusta questa volta (What have you done to lift somebody up, è sulla stessa linea, bella per quanto sia semplice e fresca). Se si è ben predisposti ad ascoltare le chitarre che accompagnano la carica della title-track, davvero un bel sentire, e la disinvolta linearità di I don't get any better than this, i falsetti che accompagnano Crutches qualche dubbio di troppo lo lasciano.
Ma sono canzoni come All About people che ti fanno capire che Paul Thorn è in salute, un brano questo che ha nella struttura una doppia lettura: da una parte un motivo di riscatto e dall’altra è annoverabile tra le più belle canzone mai scritte. Come songwriter è cresciuto da Mission Temple Fireworks Stand (che resta un piccolo gioiello) di canzoni ne ha scritto, ma mai come in A Long way from Tupelo è arrivato più volte a toccare i sentimenti, la sua vita matrimoniale e l’amore per la moglie ben presente in 5 traccie, che toccano l’apice con la splendida Starvin' For Your Kisses, senza dimenticare il fascino di una Burning Blue con la steel alla Lovett.
Paul suggella un disco valido che merita un ascolto con la delicata e struggente When the Long Road Ends, perfetta come chiusura, un’altro testamento all’amore per la moglie Heather e alle sue due figlie Kit e Bella, che vede la partecipazione delle sorelle al coro e un mandolino seducente a dettarne i tempi.