Non è trascorso poi molto tempo dall’ottimo
Bluegrass Diaries, ed eccolo ritornare in pista il guru nashvilliano
Jim Lauderdale, che se non è il più visionario della scena country, è sicuramente il più prolifico. Un nuovo cd che si beve tutto d’un fiato dal titolo
Honey Songs in compagnia dei
The Dream Players, una squadra di amici stellare riunita per un manciata di canzoni che ben presto diverranno dei classici del panorama country: il gruppo vede schierare il leggendario chitarrista del Re, Elvis Presley, ovvero James Burton, Gary Tallent al basso in prestito dalla E Street Band, Al Perkins dei Flying Burrito Brothers alla pedal steel, il piano di Glen D. Hardin e la batteria di Ron Tutt.
Una gran bella band che include inoltre le vocalist Emmylou Harris (che accompagna Jim nella conclusiva e struggente
I’m Almost Back), e Patty Loveless in
Hittin’ it Hard per concludere con la comparsata di Buddy Miller. Jim non delude le premesse e tra country morbidi e deliziosi
Mollys got a chain infila una sublime ballata country come
It’s Finally Sinking In tratteggiata da un piano e da una chitarra acustica a dir poco magnetiche. L’intro di Tallent in
Borrow Some Summertime è da brividi e fa si che Lauderdale possa dare il meglio di se con vocalizzi accurati per una splendida canzone, pura bellezza.
Poi se c’è un accusa che gli è sempre stata rivolta, è quella di non avere un gran che da dire, ma oramai questo vociare è stato del tutto surclassato dalle ultime incisioni e in
Honey Songs ha scritto 9 delle 10 canzoni (l’ultima a quattro mani): dall’iniziale dolce e disinvolta
Honey Suckle Honey Pie al flemmatico incidere di
The Daughter of Majestic Sage, allo studio caratteriale appena abbozzato della spensierata
I Hope You’re Happy fino alla stramba, vibrante e affascinante
Stingray per un risultato finale che allieterà i puristi del country, e
In Those Kind of Things Don’t Happen Every Day ne è un vivido esempio: Jim canta una storia semplice di bontà e amore per il prossimo con Buddy Miller e Kelly Hogan al contraltare. I Dream Players fanno il resto, prospettando un futuro roseo dato che alla trilogia manca ancora un tassello che nei prossimi nove mesi avrà l’ultimo atto e con la collaborazione di Robert Hunter dei Grateful Dead.