ZACH HUCKABEE (Tequila Angel)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  12/04/2008
    

Nel panorama della Texas Music un posticino cerca di crearselo questo singer-songwriter da Lampasas, Tx, che di nome fa Zach Huckabee, che senza dubbio sa come pubblicizzare la sua musica. Si tiene ben stretto i titoloni che campeggiano sul suo pullman sgangherato, la dicitura Texas Honky Tonk Roadshow lo accompagna in giro a macinare chilometri su chilometri, in lungo e in largo, da diversi anni, tra terre desolate e manifestazioni per lo più locali (ad esempio nel suggestivo show dello State fair of Texas), ma ben altre sembrano essere le sue caratteristiche.
Sia ben chiaro non ci si discosta molto dalla musica che si respira nella sua terra, ma diverse sembrano essere le influenze musicali che contraddistinguono questo disco di esordio Tequila Angel: il suono della band si divide naturalmente con il leader Zack (chitarra e voce) che ha imparato a suonare ascoltando western swing ma anche il blues alla Steve Ray Vaughan (“Stevie Ray Vaughn is my hero, and hopefully one day I can have some success like he has had”) amalgamando ad una scrittura semplice (storie di un ragazzo che cresce tra sole, cowboy, tequila, amori che poi diventano necessari come la pioggia nel deserto), la passione per la chitarra presa dai vecchi vinili di Jimi Hendrix.
A lui si sono uniti il batterista Pete Hennigar che ha portato con se rock’n roll e acuti roots utili ai riff di Zach per finire con Jason Rivera al basso, cresciuto a Tejano music. Ne viene fuori un puzzle niente male tra accenni western swing, rock’n roll, tejano e naturalmente country che hanno accresciuto in poco tempo la loro fama di live band, specialmente perché Zach fondamentalmente è una di quelle persone che ama quello che fa e il pubblico ai suoi spettacoli fa di tutto per assecondarlo.
Voce dolce ma incisiva, Tequila Angel è un disco godibile e leggero: passa inizialmente tra il rocckaccio vivace e chitarristico della title-track, smorza i toni nella successiva Can’t stop the rain, una ballata elettrica che lascia spazio alle chitarre di Deadman, altro rock niente male. Ma è nella storia di Joe and Emma, che si vedone le belle sorprese, un intro acustico per una roots-ballad vivace e ammaliante, nel roots-rock magnetico di Think of Me, nella scia honky-tonk dei Feelin no pain, nella trascinante Long day, gran bel rock macchiato dal cuore roots del Texas.
Nella parte finale di Tequila angel, lo smaliziato swing di Sunny side of the rain solo a tratti convincente, ma ci sono ancora un paio di spensierate e belle roots song da Just feel right, a quella più robusta di Blaze of glory a dare a Zack Huckabee piena fiducia, poi con la splendida Home again che chiude il disco, un folk-roots di pura bellezza, è facile scriverlo.