LEVEL ROUTE (Level Route)
Discografia border=parole del Pelle

  

  Recensione del  16/02/2008
    

Non è passato così tanto tempo dalla loro apparizione sulla scena della Texas Music, era il 2004 ma le sensazioni che il loro sound trasmetteva li ha immediatamente accomunati a Mike McClure, Jason Boland, Brandon Jenkins e Brandon Rhyder. In definitiva i Level Route hanno l’essenza della Texas/Red Dirt Music e questo è il loro album di debutto per la Boo Hatch, etichetta indipendente prodotto proprio da Mike McClure che in l’Oklahoma ha la stessa valenza del Lloyd Maines texano… Cresciuti in quel di Window, Texas, sono nati praticamente nel garage di casa dove Coby Reese si esercitava ogni giorno con la sua chitarra ma ben presto ha capito che avrebbe dovuto osare perché i riff bluesy del basso di Jeremy Key mixati al solido souno della batteria di Tim Bishop potevano dare una chiara identità al loro modo di intendere il rock. Le contaminazioni folk-country del leader singer-songwriter Zack Jones e l’incendiaria chitarra di Coby Reese hanno completato il suono della Band.
Nell’autunno del 2004 quindi nascono i Level Route e questo disco che porta il loro stesso nome è una bella sorpresa: aprono le danze Rearview Mirror, vibrante roots song, voce di Zack ben impostata e la canzone viaggia spedita come le impennate chitarristiche di Cooby. Rather Be with You si assesta nella stessa direzione, il sentimento, l’amore tracciano le linee principali del brano su cui si assesta la band, un rock spensierato e godibile, come la successiva Make Me Smile che ha i toni della rock-ballad ma il gradimento resta immutato.
Un armonica fiera apre Dings, e il pensiero viaggia tra la loro terra e i confini messicani in un roots-rock corale splendido, Zack se la carica tutta sulle spalle con il suo incedere da cantastorie e l’armonica lo segue di pari passo in sottofondo come la chitarra acustica di Coby Reese. Da sola vale il disco… Alla radio ha trovato invece ampio spazio, con merito naturalmente, Rolling Stone, altro brano con una marcia in più, un rock con radici ben salde nel sound red dirt.
Appena varcata la boa della metà del disco (le canzoni sono tutte ben oltre i 4 minuti, cosa non da poco conto vista la qualità finale) con la country/red Hotel Nightstand, ecco ancora l’armonica che imperversa nell’indiavolata Terminator 7 ed assesta un’altro bel colpo alle qualità dei Level Route: splendida canzone, Zack indurisce la voce e il suono è più ruvido e graffiante senza perdere quella patina roots tipica delle loro parti (finale rabbioso da brividi). Si chiude in bellezza con una manciata di rock chitarristici come Goodnight, Tired e soprattutto Roll On. Level Route, una garanzia.