Dal Northwest dell’Arkansas altra gradita sorpresa per quanto riguarda il movimento Red Dirt che pone le basi tra roots, ballad e cenni Southern rock. Prodotto da chi di questa musica se ne intende, Mike McClure, i
Willie Stradlin sono insieme dal 2005 e sono grosso modo come lo strambo combo che ha generato il loro nome: da Willie Nelson prendono l’essenza del country, il modo di scrivere canzoni leggere ma non ripetitive e da Izzy Stradlin dei Guns and Roses la febbre per le chitarre.
Le influenze più marcate arrivano comunque dalla scena frizzante e rumorosa dell’Oklahoma e portano con loro l’anima sbarazzina di quella terra, basta notare i loro gruppi favoriti che vanno dai Cross Canadian Ragweed ai Reckless Kelly e Stoney LaRue e hanno diviso i palco con i No Justice, Johnny Cooper e la Randy Rogers Band. Insomma tutti nomi che ben conosciamo e musica che amiamo…
Del settembre dello scorso anno questo album di debutto che porta il loro stesso nome, 13 fresche canzoni registrate in quel di Norman, OK, e prodotto, come accennato precedentemente, da Mike McClure: la band è composta da Heath Molton voce, chitarra, Jim Ward al basso, Andrew Holland alla batteria e Jimmy Stengel, voce e lead guitar.
Ma andiamo alle canzoni che includono solo una cover, quella di Izzy Stradlin,
Chop Away, che apre nel modo migliore
Willie Stradlin: ingranano la quarta ed il cd non ha nessuna titubanza e mostra una discreta sfacciataggine sin dai brani iniziali, quella che te li rende subito simpatici. Come si fa a non farsi coinvolgere al suono dell’armonica roots che spezza il silenzio e imperversa nella trascinante
Chop Away?, brano delizioso.
Music Man e
Aint that Right ti lasciano respirare l’aria rossa dell’Oklahoma, ballate rock corali che crescono pian piano come il suono della chitarra di Stengel, spruzzate texane nell’elettro-acustica
Lonely Drifter e virate southern corpose per
Smoke on the Highway.
Insomma una band quella degli
Willie Stradlin che fa della varietà l’arma vincente del disco, e la seconda parte del cd mantiene il livello qualitativo alto: passa dalle chitarre sbarazzine di
Empty Bottles, la quiete apparente di
On and On e
Can’t Keep Your Love at Home, alla splendida ballata piena di pathos di
Sweet Melissa, ben cantata e suonata, alle sfuriate di
Drinkin Slow (All night Long) classica bar-room song alla texana.
Chiudono in gran spolvero Willie Stradlin la mossa
Truth ma soprattutto Living for the Weekend, un rock avvolgente, e lo splendido rock/southern di
Drinking Tobacco and Smoking Stoli. Un disco spensierato, davvero godibile che non vi lascierà di certo l’amaro in bocca…