JOSH WARD BAND (Hard Whiskey)
Discografia border=parole del Pelle

       

  Recensione del  16/02/2008
    

Nasce il 15 di maggio dell’80 nei dintorni di Houston, Josh Ward, il leader della Josh Ward Band nel classico stile country texano, tra roots-ballad, rock e chitarre sbarazzine, aggiungeteci una voce calda che non passa di certo inosservata, ed avrete una manciata di brani (soltanto otto) che resteranno a lungo in circolo. Adolescenza a base di country music con influenze gospel per reminiscenze da “apostolo del signore” quando Josh nei ritagli di tempi si esibiva (o meglio era costretto ad esibirsi) nella chiesa cittadina, ma dopotutto erano sempre Willie Nelson e George Strait che risuonavano nelle stanze della sua casa.
Poi l’High school con le chitarre che diventano prerogativa di divertimento e canzoni da classica fiera dei Truckers dei rodei in giro per il Lone Star State: qualche esperienza in band più classiche, old-style che serve a farsi dopotutto le ossa. Insomma, sembrerebbe un copione già scritto, tutto già sentito? Ma non scherziamo… Hard Whiskey è un concentrato di canzoni valide e di spessore che si avvicinano alle moderne sonorità della Texas/Red Dirt music alla Wade Bowen (l’accostamento è più veritiero, basta sentire le inflessioni della voce di Josh), ma anche Jason Boland, mai banali e poi aggiungeteci le influenze tipiche della loro terra e avrete l’essenza della Josh Ward Band.
Oltre al leader, il resto della band vede alle chitarre Eric Smith con comparsate di qualche ospite come Kenny Jackson, Robby Springfield e Donnie Simmons, Rick Roberts al basso e Paul Chris alla batteria a completare il gruppo. Hard Whiskey si apre con la title-track e gli accostamenti con l’ultimo Wade Bowen di Lost Hotel sono piuttosto evidenti, la texas ballad è piacevole e le chitarre si dividono lo spazio con il fiddle di John T. Slaughter, il ritmo pian piano cresce e il piano di Allen Huff introduce Designated Lover un brano di americana che assesta al gradimento iniziale del disco un colpo deciso.
Armonie avvolgenti che pervadono anche la successiva Come Back to Me, siamo in territorio roots, la band pesta i piedi e josh canta con passione e il brano è semplice e diretto. Listen to your Heart Talkin non si discosta dalle precendenti, altra piacevole roots ballad come anche la texas country Lights of Town che preparano la terra alla splendida Jebadiah Beane, tra le migliori di Hard Whiskey: si respira l’aria di confine e la chitarra distorta di Eric Smith e la voce più cupa e incisiva di Josh donano ai quasi sei minuti del brano puro fascino e bellezza. Da riascoltare e riascoltare. A chudere ci pensano la piacevole e corale Let it Ride ma soprattutto l’energica e fresca Crazy Loco.