Sono cresciuti insieme in quel di Blossom, piccola cittadina nei dintorni di Dallas, questi quattro attaccabrighe nella speranza di apparire lungo le strade polverose della Texas Music.
Bloodline è il disco d’esordio dei
Miles from Nowhere che nella classica tradizione giovanile che imperversa dalle loro parti mischiano il country al Southern rock impregnandolo di indiavolate chitarre. Si sono formati nell’estate del 2004 quando Merrol Ray ha deciso di dare un senso alle sua passione musicale e non ha impiegato molto tempo per convincere il resto della futura band. Ha per un attimo messo da parte la chitarra e sollevato il telefono per chiamare innanzitutto il suo giovane cugino Adam Walker che non aspettava altro (benedetto dal padre di Ray che auspicava finalmente un po’ di silenzio trovandosi quotidianemente nel suo negozio di saldature il ragazzo a strimpellare la chitarra- dove praticamente l’ha imparata a suonare).
Una semplice canzone per provare e il resto lo hanno fatto il batterista Wesley Joe Malone e il bassista Joe Allen Jordan. I
Miles from Nowhere sono una gran southern country band, che ha trovato nella fiducia della Palo Duro Records e nella produzione di Dan Baird l’appoggio di cui avevano bisogno. Liriche ispirate alle leggende di Merle Haggard e Johnny Cash pervadono le loro canzoni e sin dall’iniziale intro della title-track ci incamminiamo a tutta birra in territorio southern grazie al lavoro magistrale che fa sulle corde della sua amata chitarra Adam Walker con l’appoggio della voce corposa di Ray e se abbiamo immediatamente uno spaccato dell’album, teso e vibrante da una parte, dall’altra regnano armonie tipicamente texane come descrive
November, una splendida roots rock-ballad dove le ficcanti chitarre sono avvolte dal calore che sprigiona la voce limpida di Ray. Il fascino della musicalità della loro terra imperversa nelle tonalità più country nell’up-tempo di
I can’t Win o nel rocckaccio di
When I Get Mean con chitarre che affondano anche in lancinanti retro blues, diventando più sbarazzine nella bella
Mona Sue, altro rock avvolgente e intenso, e in
Give me the Road altro esempio di rock ibrido che la voce di Ray accompagna, cambiando inflessioni vocali, verso picchi southern notevoli.
Il fascino di
Bloodline persiste man mano che le tracce scorrono nel cd, si sofferma su brani semplici e diretti,
Queen of California, ha nelle ballate roots piene di pathos come
Stand il valore aggiunto, giocato sulle voci di Ryan e Joe Allan Jordan che catturano immediatamente per freschezza e bellezza o quando smorza i toni, quasi rallentando, in
Faces, ma sempre vibranti ed elettriche nel più classico rock di anni passati.
Miles from Nowhere è disco che sorprende, non tira il fiato nemmeno verso la fine: la splendida
Hard Livin Man ti costringe ad alzarlo quel benedetto volume dello stereo perché te lo chiede,
Comin Home e
Stillhouse lasciano una scia contagiosa di quelle che ti rifanno spingere play per riniziare tutto daccapo. Gran bel disco
Bloodline, da ascoltare.