Un'opera consistente. 3 DVD ed un CD. Due sono per il film di quattro ore diretto da Peter Bogdanovich, il terzo contiene un concerto dal vivo di circa due ore, registrato nel settembre 2006 a Gainesville, la città natale di Petty, in occasione del trentesimo anniversario della band (Il primo album è stato pubblicato nel 1976). Il CD contiene nove brani rari che si ascoltano in versione parziale nel film di Bordanovich, presentate in versione completa.
Ovviamente si tratta di nove brani inediti. Un'opera di grande qualità. Se il film è un eccellente viatico per conoscere la storia del band, il concerto si può tranquillamente considerare una performance definitiva. Petty e la band al gran completo, con Stevie Nicks ospite, stanno sul palco due ora filate e il pubblico di Gainesville è caldo ed amichevole.
Thomas Earl "Tom" Petty torna a casa, il figliol prodigo torna da trionfatore, dopo essersene andato senza un dollaro più di trenta anni prima. L'arena (ma che arena! Quasi non si sa dell'esistenza di Gainesville e qui ci troviamo un'arena da diecimila posti) è bella e grande, molto accogliente.
Il palco è spazioso e la band si può muovere in scioltezza. Oltre a Tom abbiamo Benmont Tench (anche lui è di Gainesville), il brillante Mike Campbell alla chitarra, quindi Scott Thurston, Steve Ferrone e Ron Blair. Il concerto è bello e vitale e presenta alcune sorprese. Apre
Listen to Her Heart fluida ed orecchiabile. Intro potente, belle le voci, e poi una solida jam di chitarre.
Mary Jane Last Dance è più bluesata, dal tempo marcato e viene scandita dall'armonica di Thurston.
I Won't Back Down (tratta dal grande
Full Moon Fever) è affascinante: anche in questa canzone poi viene alla luce una bella jam chitarrista che pone subito in evidenza lo stile pulito di Mike Campbell.
Free Fallin (sempre
Full Moon Fever) è splendida. Grandissima ballata, con la gente che scandisce le parole, ed un'aura di magia invade l'arena di Gainesville. I brividi corrono lungo la schiena quando diecimila spettatori cantano il ritornello,
Saving Grace arriva dal recente
Highway Companion ed è un canzone ben costruita che, pur non avendo la fulgida bellezza di
Free Fallin, fa la sua bella figura. Poi Tom dice "
Facciamo un pezzo degli Yardbirds" ed attacca una versione bluesy di
I'm A Man. La canzone, composta da Bo Diddley, è la prima di una piccola serie di brani degli anni sessanta che Petty mette a sorpresa nel suo concerto. Thurston all'armonica ed un suono deciso. Il finale è ancora chitarristico, con un leggero tocco psichedelico.
Altra sorpresa è l'esecuzione di
Oh Well, brano dei primi Fleetwood Mac, quelli di Peter Green. Versione abbastanza lunga, con le voci in evidenza e le chitarre che danzano dietro.
Handle With Care è dei Traveling Wilburys, ma Petty la considera un po' sua, visto che le interpreta ogni tanto. Bella versione, limpida e diretta, con le voci al posto giusto: C'è Thurston che doppia Petty. Mentre Campbell lavora di fino con la slide. A questo punto sale sul palco l'unico membro onorario degli Heartbreakers: si tratta di Stevie Nicks. I due eseguono la bella
Stop Draggin' My Heart Around che Tom aveva scritto per Stevie e che, nel 1981, è arrivata al terzo posto delle charts Usa. Poi continuano a cantare assieme proponendo una bella versione di
I Need To Know. Una vera sorpresa è la lunga versione di
It's Good To Be King, che supera largamente i dieci minuti.
La canzone, era su
Wildflowers, viene riproposta in una versione lunga, quasi psichedelica, con ampie parti strumentali, grande uso di piano e chitarre, tanto che alla fine restiamo tutti a bocca aperta. Poi Tom fa un saluto alla sua terra ed esegue
Down South, forse la canzone più bella di
Highway Companion, e la introspettiva
Southern Accents, pianistica e melodica che, alla fine, riceve uno degli applausi più lunghi e convinti. Di nuovo la Nicks sul palco per una versione quasi acustica, a due voci, della fascinosa
Insider.
Si tratta di una canzone che Stevie voleva per sé, ma che Tom ha deciso invece di mettere su
Hard Promises, scrivendo poi invece
Stop Draggin My Heart Around per la ragazza dei Fleetwood Mac (da questo momento Stevie sta sul palco e fa le harmony vocals in tutte le canzoni).
Learning To Fly subisce lo stesso trattamento di
Free Fallin, non così consistente, ma con buona parte del pubblico che canta. Poi è la volta dell'affascinante ballata psichedelica
Don't Come Around Here No More che dal vivo ha sempre una marcia in più Chiude la serata una esecuzione elettrica di
Runnin' Down A Dream (non si sa come mai ma dal video è stata esclusa
Refugee, che la band ha eseguito prima di quest'ultima).
Poi, a gran voce, il bis.
You Wreck Me (arriva da
Wildflowers, uno dei dischi che Petty preferisce nella sua produzione, assieme a
Damn The Torpedoes e
Full Moon Fever), apre la parte finale della serata. Segue una strepitosa versione, assolutamente inattesa, di
Mystic Eyes di Van Morrison. Canzone in epoca Them, viene rifatta da Petty in modo elettrico, molto blues, con armonica e chitarre in grande evidenza. Finale con quello che tutti si attendono, cioè una performance elettrica e pulsante di
American Girl, la canzone per eccellenza di
Tom Petty and The Heartbreakers. Poi tutti assieme sul palco a salutare il pubblico.
Il CD.
Nove canzoni Breakdown è un demo, inciso durante le prove di registrazione del disco d'esordio. Intro strumentale lungo, poi Tom con voce quasi incerta, mentre la musica si fa incalzante. Anything That Rock and Roll viene filmata nel corso della trasmissione inglese Tops of The Pops. Versione tonica ed elettrica, potente e diretta. Petty e la band mostrano già di sapere cosa fare della propria musica. Fooled Again (I Don 't Like It) è stata incisa sempre in Inghilterra, sempre live in presa diretta, per la trasmissione Old Grey Whistle Test.
L'intro psichedelico dà adito poi ad una versione molto cadenzata. Dalla trasmissione televisiva Friday arrivano una rìlettura stratosferica di American Girl, semplicemente fantastica (la si vede nella sua totalità nel film di Bogdanovich), e la meno nota Shadow of A Doubt (era su Damn The Torpedoes). Bellissima la cover acustica di Stories We Could Tell, una ballata scritta da John Sebastian ma resa famosa dagli Everly Brothers.
Ballata di stampo quasi country, ha una melodia di base struggente. Keeping Me Alive è una stata registrata per Long After Dark, ma poi non è apparsa sul disco (è andata sul box Playback): si tratta di una ballad dal timbro country rock, molto gradevole Honey Bee è stata incisa dal vivo al Saturday Night Live, con Dave Grohl alla batteria.
Chiude il CD un capolavoro. Si tratta della cover di Lost Highway di Hank Williams. Tom e la band ci regalano una versione splendida, molto tradizionale, cantata con voce intensa e suonata in modo classico. Una canzone che dà la misura della passione per la musica vera del nostro e della bravura degli Heartbreakers, in grado di suonare qualunque genere musicale. Elementi alla base della loro longevità. Non sarebbero ancora qui dopo trenta e più anni se non amassero profondamente la musica.