JOHNNY COOPER (Ignition)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  28/05/2007
    

Ascoltando Ignition, secondo cd di questo giovanissimo e interessante chitarrista singer/songwriter che solca i pachi dall’età di 15 anni con dietro le spalle più di 200 show, ci si chiede: ma cosa sanno le persone di Johnny Cooper? I suoi fans hanno le idee chiare: “What you see is what you get… great vocals, great songs and kick-ass music you can take to the bank!” beh, mi sembra chiaro…
Ha iniziato a dividere il palco per il Great Divide e da allora ha incanalato partecipazioni a show con artisti del calibro di Cross Canadian Ragweed, Jack Ingram, Jason Boland & the Stragglers, Shooter Jennings… il meglio del meglio tra Texas e Oklahoma. Nel 2005 ha registrato il suo primo cd all’Iron Horse Pub in Wichita Falls dal titolo Live at the Pub, e l’anno successivo si è immediatamente conquistato il titolo di miglior live 2006 all’Oklahoma Music Awards, Stillwater. Questo è il suo album da studio ed è stato registrato nel febbraio del 2006 ad Austin e prodotto da Mike McClure, ottimo songwriter e adesso anche con una carriera da talent scout; il cd contiene 13 sferzate di ottima texas rock music (mentre altre canzoni incise aspettano di essere pubblicate, mentre il ragazzo continua a scriverne…).
Accomunato alla nuova generazioni dei “southern rebel red dirt music”, ricorda Cody Canada il leader dei Cross Canadian Ragweed non solo nella voce ma anche nelle canzoni che sin dall’inizio ti coinvolgono per freschezza e vigore: dall’iniziale Let it all go a Texas to you senza dimenticare Nothing at All e Down at the Shop tutte in palla e sostenute da ficcanti chitarre, ma il ragazzo si sposta con disinvoltura tra ballate più rock If lovin’ you is wrong a brani più introspettivi come Leave, canzoni costruite sempre intorno alla sua voce calda e carismatica o come quando lascia che qualche spruzzata di country contagi piacevolmente Everything.
Uno di quei dischi che si ascolta tutto d’un fiato, non ha cedimenti e anzi verso la fine ti regala ancora parecchie belle sorprese: l’armonica che accompagna la texas roots Blue, l’accattivante It’s you, una rock song dotata di un fascino contagioso alla struggente ballata acustica Missing you per terminare con la splendida Red Dirt. Ben fatto Johnny, 4 stelle meritate e alla prossima.