HOGG MAULIES (Here to Stay)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  11/04/2007
    
Suono potente, classiche driven songs e una forte presenza scenica sono tutti elementi che vanno a confluire nella figura degli Hogg Maulies creandone un suono decisamente attuale nel panorama della Texas Music. Cresciuti nella piccola cittadina del West Texas tra Lubbock e Abilene, con all’orizzonte solo campi di cotone e cieli stellati, sono un sestetto capitanato dalla famiglia Morrow: il leader e chitarrista Rode Morrow, Parker Morrow al basso insieme a Bradey Murphree, alla batteria David Mullins e sotto la guida manageriale di Coby Morrow hanno imparato come approcciarsi a quelle poche cose che contano veramente nella vita, la compagnia di buoni amici e della buona musica.
Con questo bagaglio di esperienze, la loro musica e i loro testi nascono e si sviluppano. Con l’aggiunta del chitarrista Jerod Foster, un altro ragazzo cresciuto tra blues e classic rock, sono arrivati ad incidere il loro secondo disco: una miscela tra country e rock con influenze simili ai Texas/Red-Dirt musicians come Roger Creager e Mike McClure, gente con cui ha condiviso anche il palco oltre ad artisti come Cooder Graw, Reckless Kelly, Aaron Watson, the Eli Young Band. The ride era del 2005 e Austin Slow Down è stato il brano che è stato 8 settimane tra i primi 10 posti delle charts texane. Questo Here to Stay è il loro nuovo lavoro e non si discosta dal precedente, country rock songs piene di chitarre nel puro stile texano e lo si capisce dalla stessa title-track.
Pochi dubbi, basta ascoltare la seguente Goodnight, bella roots song che gioca tutta la melodia sul refrain, il resto è nelle qualità della bella voce di Morrow e nella chitarre di Foster. Rode lascia che la sua voce detti i tempi del disco passando da una Fall back, altro bell’esempio di roots song, alle corrosive chitarre di Feel Me Anymore, Right where you Belong e nella Ghost track, che lo accompagnano senza lasciarlo mai. Un bravo cantante texano lo si apprezza anche quando stacca la spina e imbraccia una strumentazione più scarna, quasi acustica e allora eccoti Oh My Sweet Carolina che di bello ha quasi tutto, tranne il fatto che prima o poi finirà… nel fascino del piano nella malinconica Cold Hard Winter Run, una bella country ballad e per continuare con l’acustica Let’s roll che centra il bersaglio senza dimenticare l’affascinante If the Red River Floods. Chiude Life: Rode Morrow, la chitarra e la sua voce. Bel dischetto questo Here to Stay