Ha iniziato a girovagare dal 2000 con la chitarra regalatagli dal nonno e questo lungo peregrinare lo ha portato 7 anni dopo in Texas, oramai divenuta la sua terra dove quest’anno ha inciso
Dollar Theatre Movie prodotto da Gerald Boyd: 13 canzoni, un misto di ballate rock elettro-acustiche con spruzzate country, canzoni in cui si notano influenze che vanno da un Guy Clark fino al Ryan Adams più introspettivo. "
These songs are a part of me," dice drew, "
Some of them are introspective, some of them were born out of the things i've seen out on the road, but all of them deal with the way we feel as we're trying to fit in with the rest of the world.”
Questo è lo spirito con cui è nato
Dollar theatre Movie registrato nell’arco di sette mesi al Premium Recording Studio in Austin, TX, e segue il suo esordio del 2003 auto-prodotto
Hillbilly Pilgrim. Le canzoni hanno un fascino particolare, si poggiano molto alla sua voce carismatica capace di tessere armonie che il gioco delle chitarre a volte più ficcanti e dirette,
One to blame, a volte come in
Ramblin Heart e
Like a thief, in modo più corale e mischiate al country tra banjo e chitarre acustiche/elettriche, lasciano una bella scia.
Tra love song,
Goodbye e
Can’t slow down, ballate rese affascinanti nel loro lento scorrere anche dal suono di una dolce armonica da una parte o dal sottofondo di un pianoforte e violino dall’altra, catturano l’attenzione con canzoni di impianto più elettrico e classico
Good things e
New me, spezzate anche dalla dolce sezione fiati di
Baytown. Chiudono splendidamente
Dollar Theatre Movie la ballata
The last waltz, la roots-country
Tomorrow’s Not Tonight e l’elettriche
Second time around e
Take Me Home, quest’ultima co-scritta con Peter Dawson, che descrive il Kennedy pensiero: una canzone che parla di come la vita caotica delle grandi città può allontanarti da quelli che sono i valori di una vita semplice ma felice, allora lasci il lavoro e torni a casa dove tra strade polverose, cieli stellati e una vita più tranquilla ritorni a vivere…