BRUCE ROBISON (It Came from San Antonio)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  19/11/2007
    

Bruce Robison è sempre stato un’artista che ha influenzato con le sue canzoni e il suo modo di suonare la scena musicale texana, quella che va oltre i confini del Lone star state. Secondo le riviste americane, il Billboard magazine ad esempio, appartiene a quel nuovo breed di singer/songwriter che il Texas ha sfornato nell’ultimo decennio, diverso se, restando nel semplice confine famigliare, pensiamo allo stile del fratello Charlie che ben rappresenta invece il classico suono roots e country della sua terra, e onestamente il risultato è sempre stato qualitivamente più che dignitoso e molti artisti country da Tim McGraw a Garth Brooks ad esempio, devono a lui il successo e scalata nelle charts come miglior singolo.
Questo EP è il suo settimo lavoro, un EP di solo 7 canzoni per trenta minuti ma è un lavoro adulto e completo e ancora una volta ha catturato gli ascoltatori con le sue liriche assai incisive e deliziose: il brano di apertura che dà il titolo all’album, It came from San Antonio, è un tributo alla Sir Douglas Quartet band, direttamente dagli anni ’70 molto divertente e si canta immediatamente che un piacere. Dall’altra le melodie soffuse in stile folk di When it Rains e di My baby now sono di una bellezza struggente.
Fa la sua parte anche la moglie, Kelly Willis, che lo supporta vocalmente in alcuni brani come What makes you say altra dolce ballata, per un gran duetto giocato principalmente sulle voci dei due artisti. Aiutato da una strumentazione ricca e variegata il resto della ciurma vede tra le fila Andrew Nafziger (chitarra); Kim Deschamps (banjo); Warren Hood (violino); Eleanor Whitmore (fiddle); Melissa Becker (viola); Brian Standefer (violoncello); Sweeny Tidball (tastiere); George Reiff (basso); Eddie Gantu (batteria); Pat Manske (percussioni) che ben si apprezzano in ballate ariose e semplici come Lifeline e nella bellezza di Anywhere but here.
Chiude un cd breve ma intenso, certamente tra i migliori di questo bravo cantautore, la magnetica 23a “sing a song”, una folk-roots song alla Kieran Kane.