CAM PENNER & THE GRAVEL ROAD (Felt Like a Saturday Night)
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  Recensione del  27/09/2006
    

A leggere le scarne note biografiche che accompagnano l'uscita di Felt Like a Saturday Night, si fa fatica a distinguere il nome di Cam Penner da quello di tanti altri che come e prima di lui hanno tentato la carta del music business: si sa che la determinazione e la bontà di intenti spesso cozzano con regole alle quali bisogna sottostare, però se almeno ci fosse un pugno di canzoni su cui contare molto sarebbe meno difficile. In questo caso le canzoni ci sono, davvero, Felt Like A Saturday Night è un disco interessante che mette in luce una buona vena da parte di Cam Penner e il suo stretto legame con i Gravel Road, la band che lo accompagna, formata da Jeff Drummond, chitarre, dobro e lap steel e basso, Adam Esposito, batteria e Mike Little, Hammond B3.
È il caso classico del cantautore che in simbiosi con il gruppo che lo accompagna riveste le sue composizioni di suoni più elettrici che acustici, lasciando comunque trasparire nella struttura melodica dei vari brani l'attitudine del songwriter e piazzando ogni tanto la "zampata" con ballate mid tempo che spostano l'asse del suono e fanno salire il termometro delle emozioni. Và detto che il disco pur manifestando una coesione notevole, è nei pezzi più elettrici e vivaci che suona più incolore, mentre è in quelli più intimisti che dimostra di avere carte da giocare.
L'inizio sicuramente piacevole ma un po' anonimo con il country rock di Rye Whiskey e Tried N' True, sempre elettrica ma nella norma sposano questa tesi, con l'album che comincia a crescere con un paio di ballate di spessore, Eight Days e No Stars In The City, per poi trovare in Be Kind, dalla costruzione armonica simile a certe belle cose di Greg Trooper un altro ottimo pezzo. Sicuramente una menzione la meritano In A Dusty Room, dolce ninna nanna di 1'11" che con il solo accompagnamento di lap steel e chitarra acustica ci regala una breve pausa da sonorità più decise, e le conclusive Lonesome As Me e The Last Train Home che ci mostrano i due volti di Cam Penner: in totale solitudine la prima, a toccare le corde dell'emozione, nelle vesti di vero cantautore rock la seconda, grande pezzo in cui i suoni elettroacustici dei Gravel Road nobilitano la scrittura del leader consegnandoci il migliore degli arrivederci con un artista nel quale speriamo per il futuro.