NEIL YOUNG (Chrome Dreams II)
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  Recensione del  19/10/2007
    

In epoca archivi Young ha voluto recuperare uno dei suoi dischi storici, uno di quelli che, per anni, i suoi fans hanno sognato. E, anche se poi Chrome Dreams è stato sparso su vari dischi, la seconda parte è comunque la chiusura del cerchio. Chrome Dreams è esistito, almeno nella testa di Young, altrimenti non avremmo la seconda parte. Detto questo, Chrome Dreams II è un disco nuovo di zecca. Registrato quest'anno in compagnia di alcuni fedeli: lo steel guitarist Ben Keith, il bassista Rick Rosas e il batterista Ralph Molina. Anche la produzione è nelle mani di una vecchia conoscenza del canadese, Niko Bolas.
Chrome Dreams II è un disco di grande spessore e contiene una serie di canzoni composte per l'occasione: Shining tight, The Believer, Spirit Road, Dirty Old Man, Ever After, The Hidden Path e The Way. Mentre, dal passato (Young di canzoni inedite ne ha una valanga) arrivano Beautiful Bluebird, Boxcar e Ordinary People, che sono quelle che danno inizio all'album. Chrome Dreams II dura più di un'ora ed è un disco talvolta esaltante. Young mostra di avere ritrovato la vena lirica, vedi Prairie Wind, ma non ha dimenticato il rock.
Il disco mischia infatti ballate alla Harvest con brani elettrici, qualche escursione bluesy e due brani lunghi che, però, sono molto diversi l'uno dall'altro Beautiful Bluebird è una ballata melodica, classicamente younghiana, con batteria alla Heart Of Gold, la voce tipica, un'armonica di contorno ed una melodia suggestiva. Boxcar, intro di banjo, è piuttosto folk. Una canzone evocativa, dalla melodia profonda, che cresce via via che la si ascolta. Ordinary People coi suoi 18.10 è la canzone più lunga del disco. Ma non aspettatevi una cavalcata elettrica: si tratta invece di una canzone pura.
Un giro di armonica affascinante con una costruzione melodica ciclica: intro di piano, fighting for the people, fiati di contorno, trying to help the people, poi entra la chitarra. E lo schema si ripete diverse volte, con un suono sempre più definito ed una melodia sempre più incisiva. Alla fine non se ne può fare a meno e la si riascolta di botto. Young ha costruito una canzone perfetta dove c'è una alchimia di suoni molto particolare, dove i fiati fanno da contorno ma non se può fare a meno, dove piano e chitarra lasciano il segno, dove una tromba solitaria ed un sax raffinato segnano ulteriormente il tutto.
Bella e magica al tempo stesso. Shining tight è una slow ballad notturna, meno convincente delle due che aprono il disco, che però migliora nella sua evoluzione. Believer è molto roots: le voci che si rincorrono, un organo, basso e batteria in evidenza. I Believe in You, I'm a Believer. Spirit Road è meglio. Elettrica, con Rosas e Molina sugli scudi, ci regala un brano rock rarefatto. Già sentita ma assolutamente piacevole. Dirty Old Man inizia dove finisce Spirit Road. Ma è più blues. Anche se meno appariscente di Spirit Road, funziona bene e, dal vivo, sarà sicuramente un trampolino adatto per una bella jam di chitarre. Ever After è una piccola country ballad. Deliziosa e sapida al tempo stesso, ha una melodia splendida ed un ritornello che vi troverete a cantare appena dopo averla ascoltata. No Hidden Path è la seconda canzone lunga (14.30) del disco.
Al contrario di Ordinary People è elettrica e contiene lunghe parti strumentali con la chitarra del nostro che viaggia alla grande. Non siamo ai livelli di Like A Hurricane, anche perché la canzone è profondamente diversa, ma ci avviciniamo. Canzone attendista, che si svolge lentamente per poi aprirsi ad uno scrosciare di chitarra. Quando c'è la voce la canzone è persino normale ma quando la chitarra esce allo scoperto No Hidden Path cresce, e molto. Non c'è comunque il furore tipico dello Young più scatenato ma, e questa è una costante del disco, una decisa ricerca della melodia. L'album si chiude con The Way che, al contrario di quanto abbiamo sentito sino ad ora, è decisamente sottotono. Inizia con un coro di voci femminili e si sviluppa con una melodia degna di un film di Disney. Una strana scelta. Un disco brillante e creativo chiuso da una canzone abbastanza anonima. Ma questo è Young. Uomo in grado di farci toccare il cielo, ma di scendere anche a terra. Ma Chrome Dreams II è comunque, The Way a parte, uno dei suoi dischi più belli.