LOUDON WAINWRIGHT III (Strange Weirdos)
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  Recensione del  15/08/2007
    

Se i cantautori americani sono i vostri preferiti, non fatevi mancare nella vostra discoteca questo nuovo lavoro di Loudon Wainwright III. Non lasciatevi affascinare dal roboante nome, il nostro ha molte primavere sulle spalle, avendo iniziato la carriera artistica nei tardi anni Sessanta e il suo primo album è infatti del 1970 (mentre il primo album che ricordo di aver avuto tra le mani era Attempted Mustache in cui sulla copertina compariva lui (coi baffi) e un orso impagliato che faceva molta tristezza: la cover era bruttina ma la mia memoria, purtroppo, non l'ha dimenticata, vatti a fidare). Le canzoni qui raccolte sono state composte (o ispirate) al film Knocked Up di Judd Apatow che non pago di fare il regista si diletta anche a scrivere una bella introduzione per questo disco non celando il proprio amore per questo piccolo grande artista.
Il film narra la storia di un incontro fugace tra un ragazzo e una ragazza solo che inaspettatamente, perbacco, la ragazza rimane incinta con tutto quello che ne consegue... L'album si intitola Strange weirdos (strane stranezze) e a tenere le fila del tutto, oltre ai brani di Loudon c'è anche la sapiente regia di Joe Henry, personaggio molto amato. E oltre a Joe Henry, artista sempre più quotato e ormai vicino a Hollywood e dintorni, ritroviamo vecchi amici: Van Dyke Parks, altro personaggio culto, si diletta al piano per la gioia dei numerosi fans mentre il chitarrista inglese ma ormai americano a tutti gli effetti, Richard Thompson è presente in una manciata di brani ma la sua presenza è facilmente avvertibile. Oltre a ciò troviamo un quartetto d'archi che sapientemente colorano alcune canzoni, non molte invero, con particolare grazia.
E infine, al solito, oltre la semplice struttura delle canzoni, ravvivate dalle ispirazioni in sala di registrazione di Giovanni Enrico, vanno segnalati i testi amari ma spesso ironici a cui LW III ci ha da tempo abituati. L'album si apre con Grey in LA. che potrebbe essere la risposta a I Love LA di Randy Newman, si prosegue con due strumentali Ypsilant, non particolarmente ispirata e Naomi, particolarmente ispirata composti da Joe Henry e con la presenza di una cover, Feel So Good, di Mose Allison. Ma le vette ispirative sono raggiunte e superate con Lullaby in cui Richard Thompson aggiunge un assolo chitarristico da applauso e soprattutto Valley Morning, racconto dettagliato di un mattino americano in una piccola città il rumore del giornale che cade sul marciapiedi vicino casa, il latrato del cane (che ti comunica che ha fame), il profumo del caffè in cucina, la televisione accesa e., il ragazzo della casa accanto che insieme agli amici, fanno le prove con la loro disastrosa (e rumorosa) rock band. Forse il film Knocked Up non passerà alla storia del cinema ma alcune composizioni di LW III rimarranno nella nostra memoria.
Bravo Loudon e bravo anche Joe Henry, ormai conclamato maestro di sala di registrazione. All'ironico Loudon, babbo di Rufus e di Martha, abile compositore ed eccellente attore, i nostri complimenti per l'inesauribile vena artistica mai impoveritasi nel corso dei decenni. Curiosità: se vi piacciono i fumetti, LW III, ha ispirato il personaggio di Jimmy Tudpacker nella saga Doonesbury, fumetto di culto americano (in Italia, reperibile solo sulla rivista Linus). Fine della recensione.