GUY CLARK (Live from Austin Tx)
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  15/08/2007
    

Altra chicca per gli appassionati di country music texana questa nuova proposta della New West Records nell'ambito della serie ormai collaudata Live from Austin, Tx. Si tratta di una vecchia esibizione del mitico Guy Clark che risale al novembre dell'89, quando il singer songwriter di Monahaus aveva al suo attivo sei album, pubblicati a partire dal '75, ed era passato dalla RCA alla Warner Bros, per poi approdare alla Sugar Hill. Una carrellata di brani tra i più belli da lui scritti e cantati nella prima parte della sua carriera, molti dei quali ripresi poi anche da altri musicisti a seguire. Guy li esegue accompagnandosi con la sua chitarra e facendosi aiutare dal contrabbassista Edgar Meyer e dal violinista/mandolinista Stuart Duncan.
Una performance quindi decisamente acustica, intensa e suggestiva, particolarmente rigorosa. Un concentrato di diretto rapporto con il pubblico, sotto il segno dell'alta professionalità. Il dvd raccoglie quindici pezzi, le cui versioni originali si ritrovano in tutti i dischi fino ad allora realizzati da Guy meno uno. Da quello del debutto, Old Number # 1, ecco tre 'monumenti' al cantautorato texano di ogni tempo, Texas 1947, talking ballad che ricorda un paese fermo ad ammirare l'arrivo della prima locomotiva elettrica di forma innovativa ed aerodinamica, LA Freeway, il masterpiece della sua creatività a parere del sottoscritto, road song per antonomasia della quale sono state realizzate diverse ottime covers, inclusa quella in italiano di Luigi Grechi dell'87, ambientata in un casermone del sud, che faceva parte dell'album Dromomania e Desperados Waiting For A Train, l'affettuoso ritratto di un vecchio amico di Guy di nome Jack, che gli ha fatto da padre e da maestro, eseguita con un impeccabile Stuart al violino.
Dal secondo Lp Texas Cookin' del '76 The Last Gunfighter Ballad, ancora una sorta di movie song ambientata alla fine degli anni quaranta e la title track, che celebra la cucina locale, utilizzata nell'occasione come ultimo encore. Da The South Coast Of Texas dell'81 New Cut Road, il motive più bluegrass dello show, nel quale Stuart strappa applausi con il suo forcing strumentale. Dal quinto album della discografia Better Days dell'83 Guy propone The Carpenter, l'intensa ballata che elogia un umile costruttore di barche, di case sulle colline e di nidi di legno, Randall Knife, lo splendido brano intitolato ad un coltello, ovverosia l'oggetto che Guy ha voluto come ricordo del padre dopo la sua morte, una specie di mini 'excalibur' rimasta per vent'anni nelle tasche del genitore, la splendida title track con ottimo spunto di fiddle e Homegrown Tomatoes, il divertente brano dal ritmo un po' swingante dove Guy sostiene che solo due cose non si possono comprare con i soldi, il vero amore e i pomodori di coltivazione domestica appunto.
Il successivo Old Friends, il primo lavoro per la Sugar Hill, pubblicato nell'88, è l'album da cui proviene il maggior numero di canzoni: la title track, ovverosia il gran pezzo firmato da Guy con la moglie Susanna e Richard Dobson, con il suo bel ritornello, il contrabbasso suonato con l'archetto e Stuart fine tessitore al mandolino. Come From The Heart, altro splendido testo che a tutti piacerebbe aver scritto, sostiene Guy, gli autori sono Susanna e Richard Leigh, teso a ribadire che se si vuole che tutto funzioni bisogna fare in modo che venga fuori dal cuore. I'm All Through Throwing Good Life After Bad, motivo dalla bella melodia e il ritmo giusto che ricorda il periodo in cui il protagonista si sentiva senza speranza perché offriva il suo amore alle persone sbagliate. Immigrant Eyes, altra intensa ballad che testimonia la forza e la determinazione degli immigrati di fine ottocento in attesa del visto d'ingresso negli Stati Uniti, To Live Is To Fly, ottima cover dello splendido brano di Townes Van Zandt, grande amico di Guy nonché il suo songwriter preferito, che da il via al bis conclusivo.