Loro la definiscono, con un tono tra l'ironico e il fatalista, una "sad, strange saga": si tratta dell'avventura discografica e non solo degli
Stickpony, rock'n'roll band dall'immenso sottobosco di Austin, che dopo dieci anni di attività ha trovato un appiglio persino in Italia, dove l'ottima Club de Musique gli ha offerto spazio con la pubblicazione del loro più recente ep,
Head First Through the Sound. Si tratta di registrazioni risalenti al 2005, che preludono ad una imminente ripresa delle attività per una formazione che pare avere attraversato l'inferno.
Il loro esordio risale ormai al 2000 con
Smilin' Into Nowhere, accolto favorevolmente dalla stampa locale e dal circuito roots rock e alternative country dell'epoca. A quel disco hanno fatto seguito un live del 2001 e il più attuale
Underneath the Beer Light.
Head First Through the Sound, come anticipato, è un ep che riunisce cinque brani, per un quarto d'ora di musica, che dovrebbero testimoniare lo stato di salute della loro musica e probabilmente l'idea di ripartire con più convinzione. Nel frattempo la line up degli Stickpony è già cambiata: le chitarre di Randy Spence, qui in veste di solista, sono infatti state sostituite da Dave Fisher, mentre Brian Zoric e Nathan Fontenot alla sezione ritmica sembrano resistere.
La ricetta musicale della band rimane una testimonianza onesta di quel roots rock chitarristico e di derivazione punk che ha dato i natali all'alternative country una decina di anni fa. Le suggestioni tradizionali di cui sono imbevute
White Picket Fence e
Undertakers Ball, il galoppare country rock di
Long Way Down, il sound più operaio e ruvido di
Dime Droppers e
Best Liquor Store sono il frutto ormai di una lunga tradizione, di uno stile che andrebbe forse aggiornato, per non restare imprigionati nell'ennesima rilettura degli Uncle Tupelo.