RED DIRT RANGERS (Ranger Motel)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  15/08/2007
    

I Red Dirt Rangers continuano ad essere tra i più valevoli portavoce del movimento roots dell'Oklahoma, un filone che ha battezzato gente come Jimmy LaFave, Bob Childers, Tom Skinner, Mike McClure, Jason Boland & the Stragglers; è un movimento nato dalle parti di Stillwater [Oklahoma] e che ha acquistato una propria fisionomia aggiudicandosi il nome di Red Dirt Music proprio in funzione della località che si trova in una conca polverosa dove il terreno prende una colorazione rossiccia per la presenza di argilla, da qui il nome Red Dirt.
Noi, i Red Dirt Rangers li avevamo incrociati la prima volta all'interno di quel bel dischetto intitolato Pastures Of Plenty: An Austin Celebration Of Woody Guthrie uscito nel 1993 per la defunta Dejadisc al fianco di amici come come Jimmy LaFave, Ray Wylie Hubbard, Butch Hancock, Steve Young, Dave Halley... Tra i loro lavori spiccano dischi come l'ottimo Oklahoma Territory e il ruspante Rangers' Command o l'equilibrato Starin' Down The Sun. La band è formata dai veterani Brad Piccolo (vocals & guitar), John Cooper (vocals & mandolin), Ben Han (lead guitars & vocals) affiancati da Jimmy Karstein (batteria), Don Morris (basso) e Randy Crouch (violino e steel guitar) ed è da sottolineare la complice partecipazione di Augie Meyers (Vox jaguar organ, Hammond B3, pianoforte e fisarmonica) e il disco è prodotto, come il precedente, da Steve Ripley (from Tractors).
Ranger Motel (quattordici tracks pari a un'oretta di musica onesta & sostanziosa) non aggiunge forse niente di nuovo, ma è un disco fatto di buone canzoni e buone idee, tutte al posto giusto, con i giusti suoni e sapide atmosfere dotate di quel guizzo in più che catturano l'attenzione. Si parte con il movimentato boogie/ rock'n'roll Red Dirt Roads firmato LaFave, song dal tiro incalzante che immaginiamo dilatarsi e far scintille dal vivo; la successiva e gradevolissima Spice And Sugar ha riferimenti che pagano il tributo a Doug Sahm & Sir Douglas Quintet e Texas Tornados grazie anche al passo circolare delle tastiere di Meyers.
Under The Radar ha sentori del border e di spazi sabbiosi, è una song cartavetrosa e zigrinata firmata da quattro mani: J.Cooper, B.Childers, M.McClure e B.Piccolo. Per Psychedelic Cowboy (song for Sir Doug) basta già il sottotitolo ad indicarci che ci ritroviamo dalle parti dei Texas Tornados e dei Sir Douglas Quintet, è un gradevole omaggio a Mr. Doug Sahm a cura della coppia Piccolo & Cooper e sono sicuro che dalle praterie celesti Doug apprezzerà con il sorriso dei giusti e sempre in tema Tornados c'è la divertente lavena con una smagliante fisarmonica a somministrare sapori del border.
La carezzevole This Time profuma di Okie e sogni evocativi; Enjoy The Ride e le countreggianti Turn This Train Around, Midnight Rain e Pennies From Heaven (songs splendenti e rigogliose) sono canzoni fresche ed esuberanti che vedono la collaborazione di Childers che si riconferma come una delle penne più prolifiche della provincia Red Dirt.
Buona anche la lunga rilettura (sette minuti) della rollingstoniana Wild Horses e c'è sempre raschiatura sabbiosa e orizzonti ventosi nei solchi di roots/dirt/songs come Soul Satisfaction e la evocativa e conclusiva Stillwater.