DAVE DESMELIK (Unheard of)
Discografia border=Pelle

  

  Recensione del  15/08/2007
    

Del giovane Dave Desmelik, da Ebens Cove, North Carolina, ci eravamo occupati un paio di anni fa in occasione della pubblicazione del suo precedente album, When Your Eyes Are Closed. A due anni di distanza, Dave si presenta con il suo quinto disco, registrato, come i precedenti, in maniera completamente indipendente. Originario della Georgia ma formatosi artisticamente nel North Carolina, Desmelik è attivo dal 1998, anno di uscita del suo primo album, e si è fatto notare nel circuito alternative-country, aprendo gli spettacoli di Jack Johnson e Robbie Fulks e collaborando con Bo Ramsey.
La sua musica è prevalentemente acustica ed abbastanza scarna, non discostandosi dai canoni dello stile americana. Non ci troviamo di fronte a nulla di particolarmente originale, beninteso, però va detto che il disco scorre piacevolmente e ci sono alcuni spunti veramente pregevoli, che lasciano ben sperare per il futuro. In tutti gli undici brani si respira un'aria pigra e rilassata, come nell'iniziale Loud and clear, che ricorda da vicino, anche a livello vocale, le cose di Jeff Tweedy del periodo Uncle Tupelo, o nella successiva It won't be long, profumata di western da una languida pedal steel. I momenti più alti del disco sono la ballata Ebens Cove, con un bel lavoro di Josh Gibbs al dobro, e It's coming down, dall'aria molto old-time, con banjo e mandolino (suonato dallo stesso Desmelik).
Per il resto, le strutture delle canzoni sono abbastanza simili tra loro e, a volte, possono sembrare un po' ripetitive. In alcuni pezzi fa capolino una strumentazione elettrica, con risultati, va detto, non sempre brillantissimi. Infatti, se nell'episodio intitolato It's true le chitarre elettriche danno una piacevole smossa country rock al brano, altrove creano solo confusione.
Basta sentire l'introduzione vagamente bluesata di Concrete foundation, in cui i musicisti pasticciano un poco con il tempo, oppure la conclusiva No more hesitation, un buon brano appesantito però da un suono troppo carico e magniloquente. Una nota di merito va ai testi: Desmelik dimostra infatti di essere uno storyteller maturo e sensibile, lineare e diretto. Insomma, sicuramente uno da tenere d'occhio per i tempi che verranno.