DAVE ALVIN (Live from Austin TX)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  15/08/2007
    

Non è certamente il primo album dal vivo di Dave Alvin, artista definito da qualcuno l'estensione rock di John Steinbeck e Merle Haggard, ma è quello che coglie gli umori romantici e acustici espressi nel capolavoro Blackjack David. È difatti registrato ad Austin il 29 gennaio del 1999 nei giorni della pubblicazione di quel disco e presenta per la prima volta dal vivo alcune tracce di quel bellissimo lavoro quali Blackjack David, Abilene e Mary Brown.
È vero che nel 2002 verranno pubblicati Out In California e OutTakes In California suonati con la medesima formazione dei Guilty Men ma questo Live From Austin Tx arriva nel momento esatto di quella creazione, Alvin è ispirato e completamente immerso negli umori di quel disco e poi, cosa non trascurabile, questo concerto è disponibile sia in cd che in dvd, con una ottima qualità audio e d'immagine. Accompagnato da Bobby Lloyd Hicks alla batteria, Rick Shea (appena entrato in formazione) alla chitarra, pedal steel e mandolino, Joe Terry alle tastiere, Gregory Boaz al basso, Ted Roddy all'armonica e Chris Gaffney alla fisarmonica, Dave Alvin attraversa alcune delle sue più belle canzoni dandone versioni da brividi, come ad esempio quando nel mezzo di Border Radio accenna a Cupid di Sam Cooke o fa vibrare le emozioni come corde di violino quando infila versioni da antologia di King of California, Abilene e una commovente Fourth of July, che nel tempo rimane la più struggente e realistica commemorazione della festa del quattro luglio vista con gli occhi (e il cuore) di un perdente che vuole riconquistare un amore sfuggitogli.
Lo show è molto composto (forse troppo) quasi che l'artista non volesse compromettere le atmosfere intimiste e folkie costruite in Blackjack David e anche quando vengono usate le chitarre elettriche e la batteria pesta rock il concerto non prende mai le sembianze del diluvio elettrico che faceva sfracelli nel live Interstate City. C'è un ottimo equilibrio tra strumenti acustici e rock elettrico e la band (pur con l'assenza del grande Greg Leisz) sciorina un sound che veste perfettamente le ballate di questo "maestro dei lamenti delle small towns della profonda America".
Ecco quindi il Chuck Berry di Promised Land e il Woody Guthrie di Do Re Mi trovare la più logica delle trasposizioni nella indiavolata Marie Marie, inesauribile fonte di allegria rock n'roll anni '50 e nelle accorate Dry River e Blackjack David, poesie di quella lost America che ormai alimenta solo la musica e la letteratura di splendidi outsider estranei ai meccanismi ufficiali dell'arte del consumo. Gli altri titoli sono Barn Burnin', Out In California e Jubilee Train. Tredici brani che mischiano radici folk, blues e country con un sano spirito rock n'roll e con canzoni paragonabili a quelle di Springsteen, Fogerty e John Hiatt, cinquantasette minuti di musica, un concerto ineccepibile.