Non è certamente il primo album dal vivo di
Dave Alvin, artista definito da qualcuno l'estensione rock di John Steinbeck e Merle Haggard, ma è quello che coglie gli umori romantici e acustici espressi nel capolavoro
Blackjack David. È difatti registrato ad Austin il 29 gennaio del 1999 nei giorni della pubblicazione di quel disco e presenta per la prima volta dal vivo alcune tracce di quel bellissimo lavoro quali
Blackjack David, Abilene e
Mary Brown.
È vero che nel 2002 verranno pubblicati
Out In California e
OutTakes In California suonati con la medesima formazione dei Guilty Men ma questo
Live From Austin Tx arriva nel momento esatto di quella creazione, Alvin è ispirato e completamente immerso negli umori di quel disco e poi, cosa non trascurabile, questo concerto è disponibile sia in cd che in dvd, con una ottima qualità audio e d'immagine. Accompagnato da Bobby Lloyd Hicks alla batteria, Rick Shea (appena entrato in formazione) alla chitarra, pedal steel e mandolino, Joe Terry alle tastiere, Gregory Boaz al basso, Ted Roddy all'armonica e Chris Gaffney alla fisarmonica,
Dave Alvin attraversa alcune delle sue più belle canzoni dandone versioni da brividi, come ad esempio quando nel mezzo di
Border Radio accenna a Cupid di Sam Cooke o fa vibrare le emozioni come corde di violino quando infila versioni da antologia di
King of California, Abilene e una commovente
Fourth of July, che nel tempo rimane la più struggente e realistica commemorazione della festa del quattro luglio vista con gli occhi (e il cuore) di un perdente che vuole riconquistare un amore sfuggitogli.
Lo show è molto composto (forse troppo) quasi che l'artista non volesse compromettere le atmosfere intimiste e folkie costruite in Blackjack David e anche quando vengono usate le chitarre elettriche e la batteria pesta rock il concerto non prende mai le sembianze del diluvio elettrico che faceva sfracelli nel live
Interstate City. C'è un ottimo equilibrio tra strumenti acustici e rock elettrico e la band (pur con l'assenza del grande Greg Leisz) sciorina un sound che veste perfettamente le ballate di questo "
maestro dei lamenti delle small towns della profonda America".
Ecco quindi il Chuck Berry di
Promised Land e il Woody Guthrie di
Do Re Mi trovare la più logica delle trasposizioni nella indiavolata
Marie Marie, inesauribile fonte di allegria rock n'roll anni '50 e nelle accorate
Dry River e
Blackjack David, poesie di quella lost America che ormai alimenta solo la musica e la letteratura di splendidi outsider estranei ai meccanismi ufficiali dell'arte del consumo. Gli altri titoli sono
Barn Burnin', Out In California e
Jubilee Train. Tredici brani che mischiano radici folk, blues e country con un sano spirito rock n'roll e con canzoni paragonabili a quelle di Springsteen, Fogerty e John Hiatt, cinquantasette minuti di musica, un concerto ineccepibile.