WILL T. MASSEY (Slow Study)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  15/08/2007
    

La lenta ricostruzione della carriera di Will T Massey, ritornato sulle scene dopo un interminabile silenzio artistico con Letters from the Wind, passa anche attraverso il ripescaggio di un album totalmente inedito, uscito dai cassetti della memoria, come questo Slow Study. Difficile infatti ne siano a conoscenza persino i più affezionati sostenitori dello sfortunato songwriter texano di San Angelo, gli stessi che lo scorso anno hanno dimostrato un attaccamento affettuoso verso le canzoni di Will, nel corso della breve tournè acustica nel nostro paese.
Nel 1989 Massey è ancora indeciso fra la strada del folksinger e quella del rocker, definitivamente esplosa nel suo "esordio" ufficiale prodotto da Roy Bittan nel 1991. Will T Massey è pronto a conquistare il mondo, non prevedendo le cadute e i fallimenti degli anni successivi. Ha già preso le misure con alcune auto-produzioni durante il periodo del college ed ha la fortuna di imbattersi nel nume tutelare delle produzioni roots made in Texas, Lloyd Maines.
Dai Caldwell Studios di Lubbock escono dunque le prime 150 copie, nel rigoroso formato economico del tempo, ovvero sia una cassetta, di Slow Study, disco che servirà soprattutto ad aprirgli le porte della MCA e di un contratto più sostanzioso. Rimasterizzato e ampliato con l'inserimento di quattro inediti (due nuovi episodi e due versioni alternative), il disco è la fotografia di un autore in veloce maturazione, ancora fedele a certi schemi del cantautorato tradizionale e nel solco dell'immagine di un troubadour, ma capace di lanciare alcuni segnali sulla successiva dimensione rock.
Con la presenza, tra gli altri, del compianto Jesse Taylor (chitarre), dello stesso Lloyd Maines (vero istrione fra dobro, lap steel e chitarre), oltre che di Ponty Bone (accordion), Gene Elders (fiddle), George Ensle (chitarre acustiche) e Tish Hinojosa (seconda voce in Long Distance Love), il suono si mentiene infine più disciplinato e chiaramente orientato alle radici, a cominciare dalla brillante I'll See You Around.
Il volto più romantico di Massey esce insomma prepotentemente allo scoperto: è la scuola di Townes Van zandt e Guy Clark a fare capolino fra le note del dolce wazer On the Sofa Outside (unico brano non originale, scritto da George Ensle), nelle fattezze honky tonk di I'll Be Gone, nel corrusco suono acustico di Mr. Johnson's Store e The Last One to Leave, fino a sfiorare un certo manierismo melodico in Homeless Heart e nell'ingenua The Road That Brought Us Here.
Eppure, improvvisi e spavaldi, compaiono scrosci elettrici ed abbozzi country rock che seguono le stelle polari di Joe Ely e del ribelle Steve Earle di Guitar Town. The Hell You Raised dispone di un'intera sezione fiati, spingenodo l'acceleratore del rhythm'n'blues, la stessa Slow Study è una bella scudisciata rock'n'roll attraversata dal manico assassino di Jesse Taylor, mentre Highway Hearse, finita poi nell'omonimo album per la MCA, sbuffa rock stradaiolo e inflessioni blues grazie al soffio dell'armonica. I brani risentono probabilmente di una produzione un po' datata, ma nel loro complesso sono guidati da un'insolenza giovanile che conquista per la sua ingenuità.