JASON MICHAEL CARROLL (Waitin' In the Country)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  25/03/2007
    

A guardarlo in copertina Jason Michael Carroll, giovane, sbarbato, di bell'aspetto, capello lungo e sguardo ammiccante, potrebbe sembrare uno dei tanti cantanti usa e getta per ragazzine teenagers, ma già quando ho letto il nome del produttore ogni mio dubbio è stato fugato. Don Gehman è infatti garanzia di qualità, è l'uomo dietro i dischi più classici di John Mellencamp, oltre ad aver prodotto Hootie & The Blowfish (che ad inizio carriera erano una gran bella band) ed in anni più recenti Pat Green. Waitin' In The Country, debut album per Carroll, è un signor disco di moderna country music: elettrico, roccato, suonato ed arrangiato con grande cura, e con una serie di canzoni adatte sia alle classifiche che ai nostri gusti buscaderiani.
Jason è un musicista serio, che si ricollega a quel filone country-rock che ha Dwight Yoakam come massima espressione: parte dalla tradizione (George Jones, Buck Owens, Hank Williams), per poi rivestire ogni brano di robuste dosi di rock, e talvolta anche atmosfere sudiste (anche se Jason è originario del North Carolina, ma ha vissuto anche in Texas), ed anche le ballate si tengono ben lontane dalla melassa nashvilliana. L'arma in più di Jason è poi la voce, calda, profonda e duttile (simile a quella di Alan Jackson, ma di un tono più bassa), in contrasto apparente con il look quasi efebico del ragazzo. I musicisti presenti sono vecchi marpioni di Nashville e dintorni, con in più due quasi leggende come Wes Hightower e Herb Pedersen ai cori. La title track apre l'album, ed è un grande inizio: roccata, potente, con un'anima sudista ed un refrain che uccide. Il suono è pieno e pulito: può essere un eccellente singolo.
Un basso pulsante introduce la tesa I Can Sleep When I'm Dead, irresistibile poi nello sviluppo successivo, con chitarre e violino in gran spolvero. Come terzo brano abbiamo la prima ballata (è un po' uno schema fisso nei dischi country) Alyssa Lies: lenta, bella melodia ed arrangiamento "giusto" (Gehman non scherza). L'ariosa Lookin' At You è ancora grande musica: splendida ballata, mossa e coinvolgente, con un motivo che chiede solo di essere risuonato. Una delle migliori due-tre del disco. No Good In Goodbye non abbassa la guardia: un'epica western song (sentite che voce) in cui Jason duetta con la bella Jewel (che scopriamo perfettamente a suo agio con questo genere di musica), dove si sente il profumo delle praterie.
Grande canzone, ma comincio a ripetermi. Livin' Our Love Song è un up-tempo sullo stile di Mellencamp (e qua si sente la mano del produttore), Anywhere U.S.A. è un rock'n'country tosto e deciso, dall'alto tasso di elettricità, mentre Honly Tonk Friends, come suggerisce il titolo, è più sul filone classico, tipo Hank Sr. O George Jones ma con una marcia in più. La ballatona per cuori spezzati Love Won't Let Me, la roccata e tesa Angel Of Broken Hearts e la languida Let It Rain chiudono in maniera positiva un album che ritroveremo in alto nelle classifiche di gradimento per quanto riguarda la country music. Almeno per quanto mi riguarda.