Ecco un debut album di buona fattura, da parte di un ragazzone texano (di Bonham), che però non è di certo un novellino. Infatti
Jon Christopher Davis è molto conosciuto (e richiesto) da diversi anni nell'ambiente di Nashville in qualità di songwriter: la sua penna ha vergato brani per Dolly Parton, Hal Ketchum, Timothy B. Schmit e Billy Ray Cyrus (solo per citare i più noti). Ha anche inciso in proprio alcune sue canzoni, per ben tre majors (Warner, MCA e Sony), le quali, con la solita lungimiranza, hanno gentilmente ignorato la proposta di Davis.
Jon non si è dato per vinto, e ha finalmente trovato una piccola etichetta con meno balle e più amore per la musica (la Palo Duro, già responsabile dell'ottimo tributo a Viva Terlingua!), ed ora che abbiamo finalmente in mano il suo lavoro d'esordio, intitolato semplicemente con il suo nome, non possiamo che dare torto alle tre multinazionali citate prima.
In realtà JCD ha esordito con un album Live, autogestito, che non è niente male, anche se lui ci tiene a dire che questo è il suo primo lavoro Davis è un autore di vaglia, dotato di una scrittura immediata ma non banale, e le collaborazioni presenti sul disco parlano chiaro: oltre a Stan Lynch (ex Heartbreaker di Tom Petty e da alcuni anni apprezzato autore freelance) troviamo infatti l'esperto Radney Foster ed anche Rodney Crowell, considerato una piccola leggenda in quel di Nashville. Ma la musica di Jon sta in piedi con le sue gambe: un country elettrico molto godibile, vicino al rock e a certa musica californiana, più che texana (troviamo talvolta riferimenti al Tom Petty meno rock o alla Nitty Gritty Dirt Band), con un lungo elenco di sessionmen che masticano questa musica come se fosse una caramella. Il tutto condito da una produzione limpida e da un sound tosto, ben lontano dagli standard nashvilliani.
Un esordio quindi brillante, da parte di un ragazzo di talento che può fare sicuramente molta strada. Partenza col botto con
You Gotta Love Someone, scintillante esempio di country-rock song costruita per le classifiche di settore, ma senza scendere a compromessi: ritmo alto, bella melodia, voce pulita e ritornello di immediata fruibilità.
Cosmic Joke è un up-tempo gradevolissimo, con Petty in mente,
She Don't Know She's Lonely (il brano scritto con Crowell), è una country ballad, raffinata e gentile, tipica dell'ex marito di Rosanne Cash.
Un grande intro a base di chitarre acustiche introduce
Love Had Something Else In Mind, altro brano tra rock e country, dotato di una melodia contagiosa. Un altro brano notevole è
The Bottom Line, dove, in quattro minuti e con un ritmo saltellante e atmosfere roots, Davis rimpiange i tempi delle "radio stars" e critica i moderni modi di fruizione della musica (video, downloads, etc).
Misfit Town è country classico, ma sempre fatto con gusto e anima, ,
Lone Star Attitude, gustoso e cadenzato honkytonk è, in omaggio al titolo, la più texana del disco.
Per contro la vibrante
Round Here e' country solo nelle intenzioni ma rock nei suoni, come anche la tosta
One Place I've Never Been, con atmosfere quasi southern. Buona anche
Two Story Town, lenta e pianistica (solo all'inizio, poi si apre), gradevole la rootsy
Baby Looks Good On You, irresistibile la finale
I Don't Care, una sorta di bluegrass per chitarra elettrica e banjo. C'è anche spazio per una ghost track: si tratta di
If I Could Only Fly, un finale a tutto feeling per voce, chitarra e poco altro. Un disco d'esordio di tutto rispetto, dunque, per un songwriter che ha i numeri per emergere.