Tra le decine di bands e cantautori tenuti a battesimo dalla città di Austin, Texas, gli
Explosions in the sky sono senza dubbio una delle formazioni musicalmente più creative ed originali ad essere emerse negli ultimi anni dalla florida scena locale. Formatisi nel '99 ed affiliati alla minuscola Temporary Residence, etichetta che comprende formazioni affini come Tarentel e Mono, gli Explosions in the sky suonano una musica esclusivamente strumentale dal carattere estremamente lirico e narrativo, un'emozionante e palpitante flusso sonoro che si snoda lungo estese ed articolate partiture chitarristiche, improvvisi crescendo ritmici, maestose aperture melodiche e momenti intimi e meditativi.
Il nuovo
All of a sudden, I miss everyone, quarto album di studio della band texana, raccoglie sei nuove composizioni, che mantengono l'orientamento artistico dei lavori precedenti, con una musica che sembra svilupparsi in senso orizzontale, in un ondivago gioco tra luci abbaglianti e confortanti penombre, a raccontare e generare emozioni e stati d'animo. La batteria di Chris Hrasky ed il basso di Michael James creano lo spazio perfetto per l'inserimento delle chitarre elettriche di Mark Smith e Munaf Rayani, che incrociano accordi, si librano in liriche improvvisazioni o esplodono in nervosi crescendo elettrici tra riverberi e feedback. Senza sperimentalismi o particolari "effetti speciali", ma attenendosi ad una formula piuttosto semplice e lineare, gli Explosions in the sky incrociano dinamiche post-rock ed onirica psichedelia, dilatano le trame delle composizioni attraverso ispirati squarci di improvvisazione, vibranti assolo ed incalzanti sequenze ritmiche.
Quella che anima le sei composizioni di
All of a sudden, I miss everyone è una musicalità epica, intensa, passionale e carica di suggestione, a partire dalle drammatiche sequenze di
The birth and death of the day, sospesa tra cacofonie percussive, ansimi di feed-back e furiosi assolo di chitarra, passando per i magici tredici minuti di
It's natural to be afraid, splendida progressione strumentale ricca di cambi di tempo, stacchi atmosferici e grandiose aperture armoniche; fino al delicato acquerello della conclusiva
So long, lonesome, screziato da fragili e dolcissime note di pianoforte.
Brani dai contorni poetici come
What do you go home to?, che sembra evocare i dolci e malinconici contorni di una ballata folk, sospesa tra i morbidi tocchi pianistici ed i lirici accordi delle chitarre; si alternano ad episodi in cui affiora la nervatura rock della band texana come la potente
Catastrophe and the cure, che batte tempi in levare con nervose contrazioni ritmiche e fantasiosi assolo delle due chitarre. Affascinante e catartico,
All of a sudden, I miss everyone è un disco capace di stimolare la fantasia dell'ascoltatore e di accompagnarlo in un magico mondo di suoni ed emozioni, che al momento non trova termini di confronto.