BROCK ZEMAN & THE DIRTY HANDS (Welcome Home Ivy Jane)
Discografia border=parole del Pelle

     

  Recensione del  13/02/2007
    

Romantico troubadour - come potrebbe essere altrimenti con quella rosa rossa in copertina? - e giovane fuorilegge del country rock, cresciuto con i suoni della stella solitaria nel cuore, Brock Zeman è un frequentatore assiduo di questa rubrica. Abbiamo infatti seguito le sue tracce a partire dal secondo lavoro, l'acustico e rurale Song of Mud, per ritrovarlo con la sua band, The Dirty hands, nemmeno un anno fa alle prese con l'elettrico, omonimo, Brock Zeman & The Dirty Hands.
Squadra che vince non si cambia e passati pochi mesi Zeman non contiene la voglia di fare musica proponendo un altro capitolo della sua piccola storia. Welcome Home Ivy Jane allarga la sua discografia, già molto abbondante per un ragazzo di venticinque anni, con una manciata di canzoni che ridadiscono, se ce n'era bisogno, la stoffa di autentico cantore della provincia americana.
Potete collocarlo tranquillamente al fianco di gente come Chris Knight, Hayes Carll, Slaid Cleaves, o, se volessimo andare direttamente alla fonte, di Steve Earle: insomma il suo è un country rock fuorilegge con influssi border (da sentire Better Half e la chiusura con Chanelle, dove arriva anche una tromba e qualche profumo tex mex) che tanto deve alle leggende del country & western quanto alla poesia di Townes Van Zandt, uno che di bassifondi e margini se ne intende.
Per questo non posso che ribadire la bontà del songwriting di Zeman, seppure derivativo, il quale per giunta si ritrova un voce niente male, roca e assai più matura di quanto dimostri la sua età anagrafica. Preso per mano dall'amico produttore e musicista Keith Glass (chitarre, mandolino) e sostenuto di suoi Dirty Hands - Peter Newsom (basso), Peter Bigras (batteria), Steve Smith (dobro e pedal steel), Dennis Keldi (organo) e Mark Bailey (trumpet) - questo canadese sui generis (ebbene si, a volte la geografia conta poco) è un talento genuino, a cui servirebbero solamente un suono migliore (magari facendo un giro ad Austin...), e magari qualche giusta conoscenza.
In Days Ahead e Boxcars sono un paio di ballate che credo molti colleghi vorrebbero avere nel proprio carnet; 10 Dollars & a Dime un country schietto, di quelli che tenevano in piedi il movimento degli outlaws; A Different Kind of Ground qualcosa che potrebbe uscire da Guitar Town di Steve Earle; Whistle While I Clean My Gun e Down in the Basement due country rock pieni di polvere ai quali la voce di Brock Zeman riesce a donare una credibilità che altrimenti non avrebbero. La sua musica, si sarà intuito, non ha pretese di novità, eppure suona sincera, diretta, degna di portare avanti il testimone del passato. Welcome Ivy Jane arriva ad un passo dalla piena maturazione.