TOM WAITS (Heartattack and Vine)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  17/01/2004
    

Heartattack And Vine uscì nel 1980, ovvero appena due anni dopo lo splendido capolavoro di Blue Valentine del 1978. La musica dell'artista è cambiata parecchio dai primi album di inizio anni '70, di stile più composto e puramente cantautoriale, rispetto alle 'spettinate' ed eccentriche tracce che troviamo in questo disco.
Però questa non fu una notizia eclatante perchè il tratto di Waits, era già mutato da qualche anno e per l'appunto non si discosta molto dal precedente lavoro (Blue Valentine). Si respira infatti la stessa atmosfera metropolitana, sporca, malfamata ma estremamente viva ed emozionante. Un mondo che va avanti ignorato dalla società benestante, dal quale però 'il vecchio Tom' riesce sempre a trovare le sue migliori ispirazioni compositive. Rispetto al sicuramente più riuscito e più ricco "Blue Valentine" qui i pezzi memorabili sono sicuramente inferiori di numero (ed in parte anche di consistenza), ma ci sono eccome. (Solamente) nove tracce.
Alcune energiche e ricchissime di possenti e rudimentali percussioni che ne scandiscono il ritmo (prevalentemente nella prima parte del disco), altre più lente e riflessive, guidate magistralmente dal piano di Tom Waits (prevalentemente nell'ultima parte del disco). Fra quelle del primo gruppo da menzionare la bellissima 'Til The Money Runs Out e il coinvolgente ed allucinato viaggio nelle viscere sotterranee della città di Downtown. Fra le seconde invece devo assolutamente citare la bellissima, malinconica e romantica traccia di chiusura Ruby's Arms assieme alla mia traccia favorita dell'album: On The Nickel, una dolce, gentile e soffice musica orchestrale con tanto di archi di accompagnamento, traina la sgraziata, splendida e graffiante voce di Waits, qui più che mai in particolare risalto.
Una manciata di parole a parte merita anche Mr. Siegal un bluesettone da quartiere malfamato, scandito da riff di chitarra e dal piano di Waits. L'appiccicoso ed orecchiabile ritornello di Jersey Girl l'ha resa il pezzo più celebre del disco, forse non fra le canzoni più belle dell'album, ma sicuramente quella che ti entra in testa più velocemente.