JOHN FOGERTY (The Long Road Home) CD/DVD
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  Recensione del  23/12/2006
    

La strada di casa per John Fogerty è da sempre quella che porta dritta dritta verso il rock americano più classico e vero. Ogni volta che sale su un palco la sua chitarra punta in quella direzione, attratta dal richiamo che la musica dei Creedence Clearwater Revival continua ad esercitare. Dopo esser rientrato in possesso dei diritti delle sue canzoni, Fogerty è tornato ad abitare quella casa a tutti gli effetti, padrone di vivere e di suonare ciò che gli appartiene.
Il motivo di questo cd/dvd sta proprio nella ritrovata carica di uno dei rocker più autorevoli che l’american music abbia mai avuto. Buoni segni in questo senso si erano già avuti dall’ultimo album in studio, Deja vu all over again, che pur non essendo all’altezza dei suoi lavori migliori, aveva ridato a Fogerty una convinzione che gli mancava da tempo, espressa poi durante il Vote For Change Tour. The long road home è la registrazione di un concerto tenuto nel 2005 al Wiltern Theater di Los Angeles. Basta guardarlo salire sul palco di corsa, sorridente come un ragazzino, per capire quanto Fogerty sia in forma e abbia voglia di suonare: l’attacco di Travelin’ band non è casuale e non vuole solo ricordare i Creedence Clearwater Revival, ma mettere in primo piano la forza motrice di un rock’n’roll che non ha smesso di spingere questo songwriter.
La band gira bene, anche se è evidente la differenza di personalità tra Fogerty e i suoi attuali compagni: si distinguono Billy Burnette alla chitarra e John Molo alla batteria, ma il concerto è tutto sulle spalle di Fogerty. Il suo dinamismo è contagioso al canto e alla chitarra, spesso anche solista, e lo porta a muoversi con uno slancio che entusiasma il pubblico. La scaletta attinge in modo affatto scontato al repertorio dei Creedence grazie ad un’impatto spesso a tre chitarre e alle pimpanti interpretazioni di Fogerty. In un’ora e mezza abbondante Fogerty spara ventisette brani e passa in rassegna le diverse sfumature del rock americano.
Tengono bene anche i pezzi recuperati dalla sua carriera solista e colpisce la scarna versione acustica di Deja Vu (All Over Again), presente anche in versione video con le immagini che parallelamente al testo creano rimandi tra il Vietnam e i numerosi conflitti attuali. Da buon rocker Fogerty infonde le giusti dosi di coscienza anche nei pezzi più stradaioli caricando progressivamente di forza un concerto che diventa un tripudio da Down On The Corner in poi. Meglio di così non poteva festeggiare il suo ritorno a casa.