Alcuni accostamenti scattano in modo quasi naturale, associazioni di idee che in parte mostrano la pigrizia del vostro recensore, spesso condotto senza sforzo a confinare una rock'n'roll band dentro precisi percorsi stilitici. Nel caso dei
Tramps & Thieves è accaduto esattamente così, eppure per ragioni più che legittime. Una volta scorsa la provenienza geografica - Tempe, Arizona - e appurato che il quartetto in questione si muoveva in direzione di un roots rock chitarristico, è stato semplice ritornare ad una breve stagione in cui il nome della cittadina americana si era legato ad una vivace scena musicale.
Erano gli anni dei Gin Blossoms, di Refreshments e Dead Hot Workshop, tutti fautori di guitar rock frizzante e moderatamente accostato alle radici country. Da quelle parti vanno a collocarsi idealmente i brani di questo esordio sulla lunga distanza dei
Tramps & Thieves - un ep di debutto nel 2004,
Mill Avenue Cowboys - emigrati nel deserto dell'Arizona. J Scott Howard e Emmett DeGuevara, principali animatori del progetto nonché buona coppia di chitarre, sono arrivati in città direttamente da Detroit, e senza conoscersi prima hanno incrociato le loro strade di transfughi del rock'n'roll. Andy Jensen (basso) e Ryan Ferguson (batteria) invece hanno fatto i bagagli dall'Ohio e dal Minnesota per ritrovarsi a bordo, battendo tutte le bettole del SouthWest in cerca di fortuna.
Il gruppo ha capitalizzato il buon seguito locale, portando a termine
Spittin' in the Wind con la baldanza degli esordienti. Troppa infatti la carne al fuoco lungo un percorso di sedici canzoni e settanta minuti di musica: una sforbiciata avrebbe fatto acquisire più scioltezza ad un disco comunque meritevole di una segnalazione fra gli aficionados di quel rock delle radici sufficientemente elettrico da non apparire troppo conservatore.
Un soffio di armonica in
Sidewinder e
Call You Baby, banjo e mandolino dell'ospite Steve Borick in
To Hell with California e nella marcetta sudista di
Carolina sono la concessione maggiore al sound alternative country. Per il resto i
Tramps & Thieves sembrano avere una stoffa operaia ed un buon senso della melodia (
L.A.,
Porcupine Jacket), accodandosi volentieri ad un rock'n'roll stradaiolo figlio della provincia musicale americana.
Se la stessa
Spittin' Into the Wind scimmiotta il riff di Like a Rolling Stone a livelli quasi imbarazzanti,
The World is Waiting è invece un ottimo esempio di guitar rock con cui aprire i battenti. Serrate le fila i Tramps & Thieves regalano scampoli pregevoli con
Whiteout, che ricorda da vicino una versione ruspante degli Hootie & the Blowfish, chiudendo in crescita con la doppietta di ballate
Dusty Wheels e
Deadman's Waltz. Manca unicamente quella combinazione di carattere e talento produttivo per diventare più smaliziati e accattivanti, possono arrivarci.