Il passaggio tra gli anni Ottanta, quelli del vero boom springsteeniano, e i Novanta è da shock. Sciolta la E Street Band, Bruce si è trasferito armi e bagagli dal New Jersey alla California. In più è padre, con nuovi scenari e nuove parole da trovare per la propria musica. Un concerto acustico del 1990, il Christic Institute Benefit, fa gonfiare i cuori.
Poi tutto si raffredda quando le belle canzoni inedite lì presentate (
Real World,
Soul Driver,
57 Channels) si manifestano su
Human Touch illividite da un suono rigonfio e troppo curato. Un pugno di canzoni pop "vecchia maniera", che hanno le sembianze di esperimenti stilistici (
Soul Driver) più che di canzoni compiute.
I numeri rock'n'roll (
Roll Of The Dice,
All Or Nothin',
Real Man) soffrono la mancanza della E Street Band. L'unica eccezione degna di nota è il gospel spettrale di
57 Channels, con il suo drumming tribale e pastoso, e l'ambientazione elettronica, uno dei suoi capolavori. Questo Springsteen che sa ancora scrivere bene (la title track, poi
I Wish I Were Blind e
With Every Wish) sceglie un pessimo vestito per un appuntamento importante. Sarebbe forse bastato un buon produttore per azzeccare il taglio giusto.