BRUCE SPRINGSTEEN (Live 1975/85)
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  Recensione del  29/01/2004
    

Nell'86, in chiusura del Born In The U.S.A. Tour, si tirano le somme, che dicono di un Bruce Springsteen che dal vivo sta costruendo ogni sua fortuna, supportando al meglio il lavoro in studio. Sono già mito grazie ai bootleg molti show degli anni Settanta, quelli dall'80 in poi non gli sono da meno. Ci vuole un cofanetto (5 LP oppure 3 CD) per raccontare, passo dopo passo, cosa è successo dall'esplosione di Born To Run in poi. Peccato che venga scelto di iniziare proprio da lì (Thunder Road acustica, voce e piano, dai concerti del Roxy 1975) e non da quelle serate d'inizio Settanta in cui la E Street Band andava costruendosi, un elemento dopo l'altro, in un clima di grande magia e tenero rhythm'n'blues.
Ma c'è moltissimo di cui riempirsi il cuore, nonostante molto spazio lo occupino le registrazioni un po' pompate del periodo 1984-1985. Questo box vituperato, tanto dalla critica quanto dai fan, entrambi in cerca di una perfezione e di una completezza impossibili quando c'è tanta carne al fuoco, resta uno dei live più eccitanti della storia del rock e dimostra una volta di più come si tratti soprattutto di un grande interprete (per esempio, in War, il vecchio successo di Edwin Starr).