MARK DAVID MANDERS (Highs and Lows)
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  Recensione del  26/02/2004
    

Quarto album per questo songwriter texano in continua crescita tanto che, all'uscita del precedente Chili pepper sunset, avevamo pronosticato che sarebbe stato l'ultimo per un' indipendente. Niente di più falso, alla soglia dei quaranta anni, Mark David Manders continua a rimanere "una delle grandi speranze" della musica texana. Songwriter di grande personalità e talento, un riuscito mix di personaggi come Jerry Jeff Walker, Robert Earl Keen e Guy Clark, in grado di rinverdire i fasti della poesia honkytonk di un John Prine o di un Ray Wylie Hubbard, non ha ancora trovato un posto al sole come autore ed interprete.
Già nel lontano '96 People & places aveva stupito per freschezza e gusto, seguito, l'anno successivo, da Tales from the Couch circuit, proposta cantautorale di un' incredibile maturità e sensibilità, per non parlare del più recente Chill pepper sunset, il suo lavoro più compiuto il cui titolo è, già in sé, tutto un programma, e che ha lasciato attoniti per le capacità di sintetizzare tanti mondi musicali al cambiamento del millennio. Se il Texas è, come è stato scritto, la terra di tante terre, non vedo perché non debba essere possibile che i suoi abitanti possano esprimere una musica di tante musiche. Ed è quello che in realtà offre Mark David Manders, giovane ed innovativo rivisitatore di tradizioni lontane e consolidate in questo Highs and lows.
Intendiamoci, gli alti e bassi sono da intendere a livello personale e non certamente musicale. La fusione a caldo di elementi del folklore locale, country e bluegrass su tutto, con il rock, l'Irish ed il Mex sound costituiscono in sé qualcosa di molto appetibile, se vi aggiungiamo un impareggiabile e delicato Texas honky-tonk style, ne esce una miscela country-folk-rock cui è difficile resistere.
Non bastasse tutto questo M. D. M. ha veramente il piglio di un giovane Jerry Jeff o Guy Clark, con una visione musicale molto più ampia, che non è certo frutto di un fenomeno revivalistico sulle forme espressive passate della musica texana d'autore. Una volta di più, i punti di forza, oltre alle citate e sublimi doti di autore ed interprete del protagonista, vanno ricercate nei Nuevo Tejas, la band che sembra crescere con il proprio leader a cui si è recentemente aggiunto il chitarrista Lance Smith, nella produzione di Lloyd Maines, presente agli strumenti a corda insieme ai prigionieri del Cedar Creek Studio, gli ex Lost Gonzo Band, John Inmon e Bob Livingston, e l'eccellente tastierista Riley Osbourn. Highs and Lows si rivela subito un album meno variegato di Chill pepper sunset, ma più solido ed omogeneo, quasi compatto, nel suo countryrock oriented Texas sound.
Un gusto per le ballads, più o meno mosse, qui realizzate con una sensibilità ed un gusto unici. Country-rock sound di incredibile bellezza, MDM unisce il passato al presente, proiettando nel futuro, il Texas sound cantautorale delle penultime generazioni. In una sfolgorante dimensione elettroacustica che, ad onor del vero, pervade tutto l'album, Clovis Highway apre le danze. Pedal steel, violino ed organo, amalgamano il lucido crescendo del guitar-sound dei Nuevo Tejas e dei sessionmen presenti. Magie che si ripetono in molti brani, lunghe cavalcate dalla medesima struttura ed ispirazione come l'incalzante Drive, la delicata Just me, 0 Sam Houston.
Questa song è un altro pulsante countr-yrock dove si fondono, grazie all'invisibile direttore della "prairie-orchestra" Lloyd Maines, chitarre, pedal steel e violino, creando fertile terreno per l'ispirata voce dell'evocativo protagonista. Notevole è anche il country old time di Halloween Costumes, con il magico Heather Woodruff, violino, e Maines, strumenti a corda e steel, a far da contraltare alla bella performance vocale del protagonista. La voce di MDM fa brillare anche l'allegorica country-folk ballad Suicidal pigeon, con Hell's half acre il brano più introspettivo della raccolta.
Nell'intro della song, è la cavernosa voce di Billy Joe Shaver ad introdurci all'inferno, dove la duttile voce di Mark dimostra di rendere bene anche sui toni intensi e drammatici di questa ballata. Non mancano momenti di Texas country in purezza, Follow me, la corale ed honky tonk Fat Tuesday, l'accattivante Ward's song, con un intrigante string sound acustico. Una magia unpiugged che offre anche la delicata ballata Oxford, Mississippi, con un centrato uso anche degli archi. Robusto e tirato è invece il finale con Leaving San Angelo.
Lloyd Maines offre alla voce ed alla penna di MDM l'opportunità di coniugare magistralmente country-rock e radici nello spirito della miglior musica d'autore texana ascoltata recentemente. Un album che, in questa particolare dimensione, possiamo considerare a "denominazione di origine controllata e garantita". Un prodotto del Texas, naturalmente.