BRUCE SPRINGSTEEN (The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle)
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  Recensione del  17/01/2004
    

Nel 1973 un tale Bruce Springsteen si affacciò al mondo musicale grazie all'album "Greetings From Asbury Park, N.J.", distinguendosi già per il suo stile, anche se il giovane era ancora acerbo. Ma lui non si fermò a scrivere e pochi mesi dopo la pubblicazione del suo debutto, ecco che venne alla luce il suo secondo disco "The Wild, The Innocent And The E-Street Shuffle", dimostrando di aver inquadrato una strada ben precisa da percorrere con le sue composizioni e di voler scrivere almeno una pagina nella storia della musica.
Il disco si apre con "The E-Street Shuffle". Questa è già una canzone orecchiabile e di qualità nello stesso momento che, grazie al suo ritmo rock-blues festoso, è capace di invogliare l'ascoltatore a proseguire l'ascolto dell'LP. Il ritmo si fa più rilassato nella successiva "4th Of July, Asbury Park(Sandy)". In questa ballata si sentono le radici musicali che possono essere ricondotte tranquillamente a Bob Dylan, sia per la composizione, sia per il modo di cantare del rocker in alcuni tratti di questa canzone. La terza traccia si apre con un giro di chitarra elettrica molto sensuale e capace di appassionare immediatamente l'ascoltatore, per poi interrompersi e lasciare spazio alle tastiere e alla voce di Springsteen.
Il ritmo cambia immediatamente attraverso le percussioni permettendo a questa "Kitty's Back" di trasformarsi in un'altra canzone festosa e, grazie ai suoi cambi di tempo per tutta la sua durata, permette di candidarsi come uno dei pezzi più belli del disco. "Wild Billy's Circus Story" è una composizione acustica che non stona con il resto delle canzoni. Anche "Incident On 57th Street" è una composizione degna di nota nella discografia del Boss e può essere considerata la canzone tipo delle sue pubblicazioni più famose. "Rosalita(Come Out Tonight)" è il pezzo che amalgama al meglio tutti gli strumenti utilizzati dal gruppo di musicisti che suonano con il cantante del New Jersey.
Il meglio di questo però Bruce Springsteen lo lascia alla fine di questo cd. "New York City Serenade" è un pezzo che brilla di luce propria, un lento impreziosito dal dolce fluire di note provenienti da un pianoforte, con percussioni e basso che disegnano paesaggi suggestivi, fino a sfociare in un'orgia di archi che eleva ulteriormente la qualità di questa composizione lunga quasi dieci minuti. "The Wild, The Innocent & The E-Street Shuffle", un disco sottovalutato ma molto importante per chi vuole conoscere meglio la musica del Boss, essendo un passaggio fondamentale della sua formazione artistica e poi non è leggenda: dopo i primi due album, di Springsteen la Columbia non sapeva più che farsene. Poco importa che avesse scritto un capolavoro come New York City Serenade.