Travis Tritt è una figura abbastanza anomala nell'ambito della musica country. Infatti, pur essendo uno che vende tonnellate di dischi, il nostro non disdegna di mischiare rock e blues con la musica più popolare d'America. Pur con risultati alterni la sua discografia è tra le più solide, ed alcuni dischi sono di ottima fattura:
Trouble, Down The Road I Go, It's All About To Change, Restles Kind, per citare i più riusciti.
Strong Enough segue a due anni il fortunato
Down The Road I Go, con risultati più o meno simili. La solita voce potente, il solito mix di rock, country e southern rock, chitarre che si sfidano, un fiddle qui e là e qualche bella ballata.
I musicisti che lo attorniano sono rodati sidemen come
MacMcAnally, Brent Mason, Reggie Young, Dan Dougmore, John Jarvis, Aubrey Hayne, Mike Brignardello, gente che abbiamo visto suonare in centinaia di dischi. Ci sono dei brani un po' commerciali, come
Can Tell Me Nothin', ma dal ritornello che cattura, o lenti come la solida
Strong Enough e la meno appariscente
Doesn't Anyone Hurt Anymore. Ma il nostro è anche in grado di fornire ottime performances come nel country blues
You Can't Count Me Out Yet, nella slow ballad, dal passo epico,
Country Ain't Country, nel brano di sapore southern
If You're Gonna Straighten Up. E non è finita.
You Really Wouldn't Want Me That Way riprende il suono di Waylon Jennings in una canzone dal tessuto robusto, tutta giocata su chitarre acustiche, steel guitar ed una rhythm section solida.
Time To Get Crazy è un rock 'n country ispido e vibrante, mentre
Now I've Seen it All una love song, come si usa nella parte di giusta di Nashville.
God Must be a Woman è una tipica canzone spezzacuori, in cui la steel ed una chitarra messicana danno il tono giusto.
I Can't Seem To Get Over You mischia rock e umori sudisti. Tritt è in possesso di una voce maschia ed i suoi dischi hanno sempre un suono tosto.