BOB SEGER & THE SILVER BULLET BAND (Against the Wind)
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  Recensione del  14/12/2005
    

Vocalist roco e passionale, Bob Seger nella sua carriera si è venduto un po' a tutti i generi di moda, dal soul al southern-rock, dall'hard-rock alla ballata "Springsteen-iana", conservando però sempre la grinta e il senso del ritmo che ha ereditato principalmente da Wilson Pickett e James Brown, e tenendo sempre l'occhio fermo sui problemi dell'uomo della strada.
Le sue canzoni, lontane dalla grandeur di Springsteen, sono dunque nobilitate dai temi delle liriche, che nell'insieme tracciano un affresco sentimentale della classe media, della piccola borghesia e del proletariato nell'America della crisi. Bob Seger, sulle scene fin dall'adolescenza per far fronte all'estrema miseria di famiglia, riassunse nel proprio stile i diversi generi di Detroit: il soul della Motown, i gruppi heavy politicizzati, il blues di Hooker. Alla fine degli anni '60, sulla scia del concittandino Mitch Ryder, era riuscito a costruirsi una personalità e godeva di un seguito affezionatissimo.
Ramblin' Gamblin' Man (Capitol, 1969) è l'album che lo rivelò, un album di blues ruggente. Da citare Brand New Morning (1971), che fu il suo album da singer-songwriter, Smokin' O.P.'s (Palladium, 1972) e Back In '72 (1973) erano via via meno "neri" e più "bianchi", e Seven (1974) contiene Get Out Of Denver.
La sua lenta ma inesorabile scalata al successo nazionale venne coronata quando, gettato il saio country-soul al vento, gli posero al fianco la Silver Bullet Band, un combo rhythm and blues di grande presa nei concerti dal vivo che col tempo si rivelò una possente elettrica band di heavy-boogie. Attraverso ballads vigorose, sempre più influenzate dal rock sudista e sempre più ispirate ai riff storici di Chuck Berry, Seger giunse al suo primo capolavoro, l'album Beautiful Loser (Capitol, 1975), da cui sono tratte la scatenata Katmandu e l'atmosferica Beautiful Loser.
Raggiunse l'apice della sua carriera, e la consacrazione a star del rock, con il disco doppio dal vivo Live Bullet (Capitol, 1976), sul quale presenta con la consueta carica emotiva i suoi cavalli di battaglia accanto a classici della musica di colore. Con gli album Night Moves (1977) e Stranger In Town (1978) Seger divenne uno dei beniamini del pubblico americano. Questo Against The Wind (1980), gli fruttò peraltro hit come Fire Lake e Against The Wind, e il tema cinematografico di Nite Tonite, è stato amato-odiato dal pubblico e dalla critica, definito tra il troppo commerciale e una sbandata di percorso, al grido di capolavoro e conferma del suo talento.
Personalmente, brani come You'all accomp'ny me, le splendide No man's land, Fire lake e Shinin' brightly, la meravigliosa Against the wind che da sola vale l'intero album, bastano a rendere Against the Wind assolutamente da sentire e da possedere, ed è quello che conta alla fine di tutto.