RIVERTRAIN (Abandoned)
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  Recensione del  12/12/2004
    

Da San Antonio arrivano i Rivertrain, classica band texana che si muove con disinvoltura sulla scena country con forti miscele a base rock a rinvigorirla, e suggellate da ballate in puro stile texas-roots. Questo è il loro album d'esordio, Abandoned, che ha avuto l'onore di essere nominato agli MTM Music Awards come album dell'anno nel 2002, ed è un signor esordio. I due leader del gruppo Jerry Martin e Sam Sanchez si dividono tra voce e songwriting, cantandole ognuno per proprio conto: la voce di Martin è in puro alternative-country style, mentre Sanchez ricorda Roger Creager specialmente nelle songs Straight Man's lament e in The girl of my Dreams.
Il loro album è fatto di vero Texas roots, di canzoni che narrano storie della strada e dei loro problemi: si parte alla grande con la roots-song Small town girl spedita e dritta al cuore come le chitarre lanciate e taglienti in puro stile texano con quell'intro solo chitarra e voce di Jerry Martin che dona alla canzone una fascino particolare.
Parte così anche Sam Sanchez nella seguente Devil in Me, altra texas ballad di forte impatto e grande melodia che poi fa entrare il resto della band costruendo un'altra pregevole canzone. Si va avanti tra country spigliati e bar-room song ben costruiti come Straight man's lament, The beer song, a ballate con tanto di mandolino in bell'evidenza ad alternarsi alla batteria, Sucks to be you. I ragazzi sanno suonare e comporre ottime canzoni: I don't, Trouble in my mind e Two brothers ne sono la dimostrazione, rock songs pure e dritte al bersaglio.
Chiudono il disco la splendida Santa Fe, altra ballata roots davvero notevole, e la live song Harley con tanto di intro motociclistico a omaggiare la famosa moto e seguita da una piacevole canzone corale texana fino al midollo, una festa insomma che continua nella trascinante e goliardica ghost track . Altra splendida realtà del lontano Lone Star State che tanto amiamo…