GRAHAM PARKER (Howlin' Wind)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  23/01/2004
    

Il complesso di Graham Parker fu il più reboante e autentico reperto del rhythm and blues populista che uscì dai pub inglesi degli anni '70. Parker si affermò presto come la versione punk di Bruce Springsteen, tutto enfasi, rabbia e ribellione. Terminato l'addestramento sui palchi appiccicosi di birra del pub rock inglese, Parker anticipa gli altri giovani arrabbiati della sua generazione (Elvis Costello, Joe Jackson) con un disco effervescente, questo Howlin' Wind, caustico e caricato a molla che guarda anche oltre Atlantico e al nascente meticciato musicale.
Il londinese è uno dei primi bianchi a contaminare il suo rock nervoso con i ritmi giamaicani (la vibrante Howlin' Wind, l'incalzante Don't Ask Me Questions) e sguazza a suo agio nel fiume r&b (corretto jazz in Lady Doctor, swingante e solare in White Honey): ma nelle sue corde ci sono anche Dylan (Nothin's Gonna Pull Us Apart), il primo Springsteen (Gypsy Blood), Van Morrison (Silly Thing) e i Rolling Stones (Soul Shoes), il folk (Not If It Pleases Me) e il pop sentimentale anni '50 (Between You And Me).
Ingredienti essenziali, la produzione asciutta di Nick Lowe, maestro del genere, e il compatto fronte sonoro assicurato dai Rumour, supergruppo di rodati pub rocker dove spicca la chitarra solista di un'altra vecchia volpe, Brinsley Schwarz.