BLACK CROWES (The Lost Crowes)
Discografia border=Pelle

             

  Recensione del  17/11/2006
    

Nell'autunno del 1993 i Black Crowes entrarono negli studi Conway di Los Angeles per dar vita al seguito di Southern Harmony and Musical Company. Le registrazioni si protrassero per lungo tempo a causa del clima instauratosi in quelle sessions, uno stato di febbricitante creatività cosmica coinvolse i membri del gruppo tale da renderli suscettibili ai cambi di umori e agli alti e bassi che si verificarono.
Momenti di grande ispirazione si alternarono a momenti di stanca e a stati di tensione, l'esperienza non lasciò indifferenti i fratelli Robinson, il chitarrista Marc Ford, il bassista Johny Colt, il tastierista Eddie Harsch e il batterista Steve Gorman che, provati duramente, ad un certo punto non riuscirono a ultimare il disco sebbene avessero registrato più di trenta brani. L'album avrebbe dovuto intitolarsi Tall ma il risultato di quelle session non fu mai pubblicato per intero. Solo un anno dopo la sintesi di quel materiale, ripulito e selezionato, sarebbe confluita in Amorica, pubblicato nel 1994 ma nato sulle ceneri di Tall. Più che una session di registrazione, Tall fu una esperienza di vita, una lunga seduta psicoanalitica in cui i Black Crowes sperimentarono la possibilità di andare oltre il classico rock n'roll con cui erano cresciuti e si erano fatti conoscere.
Passando attraverso una continua tensione emotiva supportata da un abbondante uso di droghe, il gruppo tentò di vivere la loro rock n'roll life andando contro le convenzioni, scivolando tra angeli e demoni in quel gioco a tratti pericoloso e autodistruttivo che nella musica come nella letteratura sa offrire sprazzi di arte pura e di incomparabile creatività. Amorica, uno dei due capolavori discografici dei Black Crowes, ne è la riprova ma la testimonianza completa di quel work in progress folle e geniale è fornita da Tall, oggi finalmente reso disponibile al grande pubblico attraverso questi The Lost Crowes.
Sull'esempio di quanto avevano fatto più di ventanni prima i loro idoli Faces e soprattutto gli Stones "francesi" di Exile On Main Street, i Crowes si trovarono a ballare sul baratro, consci che con la loro giovinezza, la loro spregiudicatezza e il loro coraggio avrebbero potuto concedere ai posteri il capolavoro rock n'roll di fine secolo. The Last Crowes raccoglie due grandi momenti creativi della storia dei Black Crowes: il primo Cd è la cronaca semifedele di Tall, sedici brani che ricompongono la genesi di Amorica tra pezzi noti e sconosciuti, il secondo Cd, intitolato Band, riporta invece una tre giorni di registrazione in presa diretta avvenuta nel 1997 ad Atlanta subito dopo il tour di Three Snakes and One Charme e l'apparizione al Furthur Festival.
Trattasi di dieci canzoni, alcune embrioni di altre composizioni poi sviluppatesi in seguito in modo diverso, altre perfettamente sconosciute che mostrano una faccia più acustica e rilassata dei Crowes. Il tour di Three Snakes aveva lasciato vibrazioni positive all'interno del gruppo infondendo loro una incredibile voglia di misurarsi con del materiale nuovo. Sfruttando il momento di relax e la ritrovata unione, i fratelli Chris e Rich Robinson si sentono pervasi da una irrefrenabile voglia creativa, passano un intero weekend a scrivere canzoni che poi sottopongono e registrano con il resto della band in un piccolo studio di Atlanta.
Quello che ne viene fuori è lo specchio di quella atmosfera idilliaca, canzoni semplici ed oneste dettate da un preciso stato emotivo e inclini a trarre ispirazione da un ambito roots e più tradizionale della musica americana. In effetti quello che si sente in Band è tutto fuorché musica roots ma nella storia musicale dei Crowes se Tall richiama riferimenti al convulso clima di Exile On Main Street, Band suona invece come un ritorno a casa dopo la sbornia di rock-blues psichedelico che aveva accompagnato il loro tour ed è un po' il Music From Big Pink o il Traffìc della loro discografia.
Un disco ancora sostanzialmente elettrico e alimentato da quel sud che è il propulsore della loro musica ma anche segnato da momenti di bucolica leggerezza rurale come Wyoming & Me, un brano molto The Band anche nell'arrangiamento. Scritte di botto e registrate senza mediazioni le canzoni di Band alternano brani che poi hanno avuto altri titoli come Predictable e Never Forget This Song pregne di quel caotico e febbrile R&B di cui i Crowes sono artefici, con funky chitarristici in odore di Faces (Another Roadside Tragedy), con lo sguaiato Stax sound di Lifevest Eight Grinning e con gli Stones fatti e finiti di If It Ever Stops Raining dove sembra di essere di fronte a una nuova e più lunga Tumbling Dice.
Ci sono poi gli umori campestri di Wyoming & Me e la sdolcinata melodia semicountry di My Heart Is Killing Me con violini e mandolini oltre a quell'indole hippie (Peace Anyway) pacifista, antiproibizionista e comunitaria di uno stile di vita molto anni settanta. Diverso il discorso per Tall che rimane in questo doppio The Lost Crowes la parte migliore. Qui è concentrato il cuore e l'anima di Amorica con le versioni originali e sperimentali di A Conspiracy, High Headed Blues, Cursed Diamond, Nonfiction, P.25 London, Descending e Wiser Time, pezzo quest'ultimo di una bellezza stratosferica che sembra preso dagli Allman di Eat A Peach e con altri pezzi registrati nelle session ai Conway Studios e mai apparsi fino ad ora.
Titoli come Evil Eye, Dirty Hair Halo, Feathers, Tied Up and Swallowed, Sunday Buttermilk Waltz (sembra di sentire Leo Kottke), Lowdown, Tornado, Songs Of The Flesh e Thunderstorm 6: 54 fanno riemergere dopo dodici anni il relitto di un capolavoro, il punto più alto del creativo viaggio dei Black Crowes attraverso i meandri del rock n'roll, del blues, del R&B, del southern rock e del rock psichedelico.
Una sorta di faccia sporca di Amorica con la febbrile urgenza espressiva di Exile. Entrambi i Cd suonano perfettamente, con una qualità audio eccellente frutto del lavoro in fase di rimissaggio di Paul Stacey e costituiscono a tutti gli effetti un nuovo bellissimo disco dei Black Crowes, la miglior band americana degli anni '90 nata sotto la Mason-Dixon Line.