GRAYSON CAPPS (Wail & Ride)
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  Recensione del  15/11/2006
    

Quando è stato scoperto, con il suo debutto solista, l'eccellente If You Knew My Mind, Grayson Capps era già tutt'altro che un esordiente. Alle spalle aveva una decina d'anni d'esperienza prima con gli House Leveller e poi con gli Stavin' Chain, un'ottima rock'n'roll band rimasta risucchiata e poi disintegrata da uno dei tanti fallimenti che l'industria dello spettacolo nasconde dietro fusioni, riorganizzazioni e eufemismi vari.
Era la fine degli anni Novanta e Grayson Capps non se la passava tanto bene: dopo tutti gli anni on the road, faticando persino a mettere insieme la benzina per arrivare al concerto della sera dopo, non aveva un dollaro, l'etichetta per cui aveva firmato non c'era più, la sua ragazza era incinta e la dura realtà della vita bussava alla porta. Il colpo di fortuna lo trovò in casa, nella forma di un romanzo di suo padre, mai pubblicato, che divenne prima la sceneggiatura e poi il film A Love Song For Bobby Long a cui lui stesso contribuì con un piccolo cameo e con una mezza dozzina di canzoni nella colonna sonora. Il resto è noto, essendo finito in gran parte in If You Knew My Mind e rivelando un songwriter capace di destreggiarsi tra una varietà caleidoscopica di stili.
Con talento, gusto e una propensione innata ad interpretare lo spirito multiforme di New Orleans, Grayson Capps si ripresenta puntuale all'appuntamento e, per farla breve, Wail & Ride è un buon disco che ricalca le orme di If You Knew My Mind, senza l'effetto sorpresa, ma pur sempre con una manciata di belle canzoni e un sound senza una virgola fuori posto. Ed è ancora New Orleans protagonista: viene evocata direttamente in New Orleans Waltz, che sa tanto di John Prine ed è splendida e dai suoni di Poison, con il suo ritmo da Congo Square e una bella slide guitar che ricorda Sonny Landreth nonché da Mermaid, che in un paio di passaggi ricorda The House Of The Rising Sun, uno degli inni di Crescent City.
Molto intense sono anche Wall & Ride, una cavalcata ritmica notevole, e Give It To Me, che riunisce sotto lo stesso tetto swing, rock'n'roll e un bell'assolo di chitarra. Grayson Capps canta sempre con trasporto, mette un piede anche nel country & western con Jukebox e non manca di omaggiare i grandi cantori delle after hours (su tutti, il primo Tom Waits) con Cry Me One Tear e Waterhole Branch, ma sono proprio le ballate dove Wail & Ride mostra le sue incertezze.
Non che Daddy's Eyes, Junkman, Ed Lee siano brutte, ma tendono a tornare con una certa insistenza sul tema di A Love Song For Bobby Long. Comprensibile, visto che gli ha salvato la vita: Grayson Capps è un songwriter e un interprete di tutto rispetto e Wail & Ride un buon disco che serve soprattutto da ponte tra le brillanti promesse dell'esordio e un futuro ancora da decifrare.