Questo è l'album di debutto di una band sconosciuta che ho scoperto tra i tanti cd che affollano i lunghi banconi di legno del Cheapo record, negozio di dischi di Austin. Le scarne notizie del cd evidenziano la loro origine da Savannah, Georgia, con un nome molto curioso che ha attirato la mia attenzione,
The Judge & The Jury , ma dal sound che a noi ci piace parecchio, fatto di alternative-country, americana e sprazzi cantautorali tipici del Texas.
La band suona insieme da 15 anni, sono cresciuti con il country di Hank Williams e di Bill Monroe ed è così composta: Jason Anderson, vocalist e piano, Scott Lankford alla batteria, Jon Mills al basso e chiude Aaron Parrett alle chitarre, banjo, mandolino e altro vocalist e leader della band, ma ce da dire che alla sessione partecipano altri 6 musicisti che appaiono sotto la voce "
Deputati della corte" sulla cover del cd... Disco autoprodotto contiene 11 brani dal ritmo sano, a volte delicate, come lamenti di amore per il Texas, con una impostazione tipica da lungometraggio, come se fosse davvero una trama di un film che ha il culmine nelle sorprese del dibattimento processuale.
Si attacca con
(I'm gonna) 18 wheel you off my mind, una classica alternative-country song ben costruita con chitarre, batteria, in cui si scopre la bella voce di Anderson dalla timbrica forte e con il gioco del mandolino di Parrett nella parte centrale. Lasciano il segno nella successiva e splendida
Texas, un omaggio al Lone Star State in puro americana style, con le chitarre a incidere una melodia che ha una bellezza davvero trascinante: una canzone che resta impressa e si canticchia immediatamente.
Non ci annoia certamente ascoltandoli nella spedita
Paradise Boulevard, nell'acustica molto tradizionale
Hog wire and pliers anche se non sempre restano a questi livelli con una parte centrale non molto incisiva. Chiudono un disco comunque piacevole, le ballate
Acre of Blame e
Miner's Waltz, molto riuscite e toccanti e l'honky-tonk a tutta birra di
Black-eyed Suzie.