Una serie di album, dal celebrato
Loco gringo’s lament, ha rivalutato, negli anni ‘90, questo cavaliere folk texano nato però in Oklahoma. Curioso che uno dei più grandi autori ed interpreti della musica texana, cosa universalmente riconosciuta, soprattutto a livello di critica, non sia un nativo. Un impareggiabile folk-singer di matrice honky-tonk, una delle personalità più intelligenti, vere ed oneste dell’attuale scena cantautorale.
Ray Wylie Hubbard, una delle figure più rappresentative del tanto favoleggiato progressive country-movement in Texas ci presenta questo
Dangerous Spirits: 10 canzoni tra folk-oriented e rock-ballads con radici nella musica americana, cantate con la caratteristica voce, dolente ed espressiva. Si inizia con la title-track una canzone d’autore, ritmata e bluesata fin che si vuole, baciata da un guitar slide sound (national steel e chitarre) semplice ed essenziale, ed è un lungo ed affascinante viaggio nel territorio dello spirito.
Gurf Morlix, chitarre e basso, Rick Richards, batteria, sono gli altri side-men di un Hubbard che si esibisce prevalentemente alla chitarra acustica o all’elettrica. Prevalgono i momenti folk-country
If heaven is not a place to go e
The sun also rises ma l'intensità emotiva cresce per brani come
Without love (we're just wastin' time), una meravigliosa texas ballad o quando descrive paesaggi southern-blues, dove incastona storie affascinanti come per
Last train to Amsterdam o
The last younger son e
Crimson dragon tattoo.
A chiudere un disco notevole la splendida ballata roots
The ballad of crimson kings.