HONEYBROWNE (Good for Nuthin')
Discografia border=parole del Pelle

          

  Recensione del  07/04/2005
    

Fred Andrews è il leader nonchè songwriter di questa interessante band che viene dal Texas, Austin. Questo è il loro secondo disco chiamato Good for Nuthin' e sono gli Honeybrowne: costruito sulla base del sound roots degli anni '90 nella scena musicale texana, si differenzia per una marcata ricerca di un suono classico e contemporaneo che si avvicina più al rock raggiungendo alte qualità nel pop alternativo. Cresciuto a base di autori come Townes Van Zandt, il giovane Andrews ha preferito non tralasciare le origini paterne di Chicago con musicisti come Simon & Garfunkel, Rolling Stones e Elvis e con band giovanili tipo gli U2.
Questa alchimia riflette il songwriter della band. Hanno debuttato nel 2001 con l'album Finding Shade e si sono fatti conoscere per canzoni tipo Texas Angel, Deeper Shade of Blue e dopo aver suonato molto in giro sono rientrati in studio e sotto la produzione di Carlos Sosa hanno inciso questo Good for Nuthin'. la band è composta oltre che da Fred Andrews, da Alex Weeden alle chitarre e mandolino, Carlos Sosa alle percussioni, Michale Longoria alla batteria, Darrell Philips al basso e con la partecipazione straordinaria di Pat Green su due brani. Il brano d'apertura I miss home, da una perfetta lettura del sound della band: pop-rock senza fronzoli, chitarre in primo piano e la bella voce di Andrews a renderla perfetta da ascoltare on-the road.
Canzoni leggere che si ascoltano piacevolmente: sentire Fall into you, decisamente accattivante, piena di melodia e si apprezzano le doti canore di Andrews, voce limpida e diretta come le chitarre di Weeden. La title-track è invece una decisa sferzata elettrica con tanto di tastiere e Pat Green a renderla tosta così anche Andrews è costretto a cantarla con vigore quasi mangiandoselo il microfono. Segue A lullaby che è una degna ballatona elettrica dal dolce refrain e la meno riuscita First to Know. Ma poi Andrews si riprende alla grande con la canzone più bella dell'album: Gray.
Un brano che mischia sonorità corali quasi southern, con chitarre roots e tastiere. In definitiva un'album da non sottovalutare, basti ascoltare Bridges e Fall Asleep: due rock songs che vanno dritto al sodo. Honeybrowne: le buone notizie dal Texas continuano…