TOMMY WOMACK (Circus Town)
Discografia border=Pelle

     

  Recensione del  26/02/2004
    

Tommy Womack è un grande del rock, già con i Biscuits ed i due precedenti lavori Positively na na e Stubburn, ci aveva dimostrato tutte le sue capacità, la sua inventiva, I il suo grande senso della melodia, in contemporanea alla sua apparizione sul tributo ai Kinks This is where i belong in compagnia di Bill Lloyd con una eccellente cover di picture book, ecco il nuovo lavoro di Womack dal titolo Circus town, un album più che convincente. Grazie al supporto di musicisti di prim'ordine quali Will Rigby, Will Kimbrough, Bill Lloyd e Rose Rice, Circus town ci offre un sound di elevata qualità, tra il rock energico ed alcune ballads di grande effetto, con dovute strizzatine d'occhio a grandi maestri come Tom Petty e Neil Young.
Womack in fase compositiva ci sa fare, le sue canzoni sono molto personali e ben architettate, ed, oltre ad essere un abile performer, Tommy è un eccellente interprete, nato per il rock di strada, di cui è indispensabile paladino. Il savoir faire di Tommy è camaleontico, e lo si nota, in special modo, negli arrangiamenti, che, da ruvidi ed essenziali, si trasformano in raffinati e cristallini. I primi botti di Circus town parlano un linguaggio duro, con il rock impetuoso di Tough e di Fake it til you make it, una rock song che sembra sia stata scritta da Ray Davies.
The highway's coming è in tipico stile Tom Petty, mentre You could be at the beach right now, little girl è un fragile gioiellino acustico con tanto di viola, tuba e voce femminile, a conferma della bravura di Womack nel l'affrontare stili musicali diversi tra loro. We can't do this anymore è uno dei picchi più alti del cd, rimembranze di Johnny Cash o del country cantautorale di Nashville, gej nere molto caro a Tommy che, spesso, fa capolino nella sua musica.
L'album continua la sua corsa su standards più che normali, con la pop ballad Sleeping with Cecilia, il rock'n'roll alla Georgia Satellites My name is mud e la punkabilly You can't get there from here. Menzione a parte merita la lunga The replacements, un curioso inno narrato al trasformismo da band pessima al miglior gruppo di rock'n'roll dei Replacementes di Paul Westenberg, evidentemente, i veri idoli del musicista Tommy Womack.